Andreazzoli è partito con il 3-4-2-1 che aveva funzionato contro la Juventus, piazzando Marquinho in posizione avanzata e preferendo (all’ultimo momento, dopo una ricognizione sul campo) il tosto Balzaretti al piccolo Florenzi. Affidando la Roma al genio di Pjanic che nel primo tempo, gol a parte, è stato sublime. Nel secondo tempo invece, dopo aver capito che l’Atalanta era riuscita a braccare Osvaldo e Lamela e che Marquinho aveva dato tutto, ha cambiato strada: 3-5-2 vero con Bradley davanti alla difesa, i due terzini molto alti, Pjanic interno sinistro e il nuovo entrato Perrotta interno destro. (…)
Ma la faccia della Roma è cambiata anche dopo. Una volta in vantaggio, Andreazzoli ha prestato attenzione a difendere il risultato senza rinunciare alle ripartenze e al sistema di gioco collaudato. Ha solo sostituito gli interpreti per recuperare equilibrio: Florenzi per Pjanic, che aveva perso brillantezza, poi Tachtsidis per Osvaldo con Perrotta spedito in avanti a fare da guastatore, come ai tempi di Spalletti. Mosse azzeccate, anche se Andreazzoli nelle interviste ha dato il merito ai giocatori: «Le mie scelte sono state vincenti solo grazie a loro. E’ ovvio che io sia soddisfatto quando posso andare incontro alle esigenze della squadra e dei singoli. Ma poi dipende da chi entra in campo: in questo caso tutti sono stati bravi».
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Fonte: Corriere Dello Sport