Chissà se prima di presentarsi davanti ai microfoni, con un insolito sorriso sornione, Zeman aveva studiato le frasi di Luis Enrique, l’allenatore preferito di Baldini, che dieci mesi fa dalla stessa poltrona aveva lanciato un’ipotesi inquietante: «Magari resterò altri 4-5 anni». Zeman non arriva a osare tanto, soprattutto in un momento così delicato della sua carriera, ma trasforma l’idea in un auspicio: «Io voglio restare alla Roma altri 5 anni». Sa che è impossibile, eppure vuole lanciare un messaggio di stabilità ai tifosi, alcuni dei quali ieri lo acclamavano fuori da Trigoria, e ai dirigenti: «Tutti i problemi di questi giorni sono nati da un disguido. Io avevo detto delle cose per un motivo, poi ho chiarito la mia posizione con la società. Volevo solo chiedere più attenzione, più concentrazione a tutti visto che la nostra posizione di classifica non è delle migliori. Sono contento che possiamo continuare insieme. Io non mi volevo mica tirare indietro, semmai voglio tirarmi avanti per fare il meglio possibile per questa squadra. Per rimanere a lungo, poi, ovviamente devo meritarmi la conferma». E’ furbo quando nega di aver temuto di perdere la panchina, mentre è sincero nell’escludere il concetto di addio volontario:«Non ho mai pensato di dimettermi. E neppure all’esonero. Pensavo di poter chiarire tutto e così è stato. Io e la società siamo sulla stessa linea di pensiero». Sarebbe? «Dobbiamo cercare di collaborare di più. Non siamo felici di essere in questa posizione (la Roma è ottava in classifica, ndr). Per me, come ho sempre detto, le qualità le abbiamo e le dobbiamo tirare fuori, dando ognuno qualcosa in più. Ne abbiamo parlato tante volte con i dirigenti ma finora non è bastato. Se non siamo primi, significa che non abbiamo dato il massimo».
Fonte: Corriere Dello Sport