(G. Piacentini) – Le cronache di Trigoria raccontano che quando, lo scorso anno, Luis Enrique si presentò con il suo numeroso staff, la Roma aveva pensato di «tagliare» tutti quei collaboratori che erano ancora a libro paga dai tempi di Luciano Spalletti. Tra di loro c’era anche Aurelio Andreazzoli, l’uomo della tattica quando sulla panchina romanista sedeva il tecnico di Certaldo, il co-inventore del 4-2-3-1 che è rimasto un marchio di fabbrica per tanti anni. Raccontano sempre le cronache giallorosse che la squadra, soprattutto i senatori, si sia opposta al taglio, chiedendo (ed ottenendo) che Andreazzoli fosse inserito nello staff dello spagnolo.
Basterebbe questo a spiegare la scelta della società, basata sulla continuità nella gestione di un gruppo dalle forti personalità: in mancanza di un tecnico che potesse far partire da subito un nuovo progetto (il francese Blanc) e dovendo scegliere un traghettatore, si è deciso di puntare su un «usato sicuro» piuttosto che su una soluzione estemporanea. Andreazzoli, infatti, è apprezzato da tutti dentro Trigoria, e non solo perché vive nel pensionato giallorosso ormai da otto anni ma perché conosce vizi e virtù dello spogliatoio romanista. È stato Luciano Spalletti a portarlo nella capitale nell’estate del 2005: Aurelio, che ha 59 anni, il patentino di prima categoria e quindi può sedere in panchina in serie A come primo allenatore, aveva il compito di studiare gli avversari della Roma e di trovare insieme al tecnico le contromosse.
Quando Spalletti è andato allo Zenit lo avrebbe portato volentieri con sé ma per Andreazzoli, toscano di Massa, San Pietroburgo era troppo lontana da casa. Meglio Trigoria. Una scelta che oggi si è rivelata vincente anche se, abituato (per carattere) a stare dietro le quinte, dovrà abituarsi al suo nuovo ruolo in cui sarà affiancato da uno staff che conosce bene. Ne faranno parte il professor Luca Franceschi, anche lui giallorosso dai tempi di Spalletti, che insieme a Francesco Chinnici si occuperà della preparazione atletica, Simone Beccaccioli (tattico) e Antonio Carlos Zago.
Sembra certo, comunque, che con Andreazzoli (che non dovrebbe essere presentato con una conferenza stampa ufficiale) si abbandonerà il 4-3-3, ma non si sa ancora quale sarà il nuovomodulo: il 4-2-3-1 potrebbe essere la risposta più scontata,ma anche la difesa a 3 (con tutte le variabili del caso, dalla metà campo in su) non è da escludere. La faceva Spalletti a Udine, e il nuovo allenatore della Roma era già con lui. In ogni caso Andreazzoli ha in rosa gli uomini adatti per praticare entrambi i moduli. Se lo avesse capito anche Zeman, probabilmente oggi sulla panchina giallorossa ci sarebbe ancora lui.