(L. Valdiserri) – Il 31 ottobre 2012, nel pantano dello stadio Tardini, la Roma perse per 3-2 contro il Parma e Zdenek Zeman affermò—con solide ragioni — che «quello non era calcio perché su quel campo non si poteva giocare ». Ieri, su una via di mezzo tra un prato e una pista da sci nordico, la Roma di Aurelio Andreazzoli ha battuto con lo stesso risultato l’Atalanta, alla fine di una partita dove il calcio è stato comunque onorato dall’impegno, dallo spirito di sacrificio e dal costante aiuto che ciascun giocatore giallorosso ha dato al compagno in difficoltà. Non un «calcio arrogante» o un «calcio estetico», come in passato si era espresso Walter Sabatini. Altri valori.
Ma siamo sicuri che al d.s. e ai tifosi romanisti saranno piaciuti. La partita poteva finire in altri modi, visto il contesto in cui si è giocata.Il risultato finale, però, è giusto. Perché la Roma ha creato più occasioni e non si è fatta spaventare dal gol iniziale di Marko Livaja, croato, 19 anni, in comproprietà con l’Inter. Ieri ha segnato per la prima volta in serie A, per di più una doppietta. Non è bastato per fare punti, ma ha certificato il valore del ragazzo. Un applauso va fatto all’Atalanta e alla sua organizzazione, perché in molti altri stadi d’Italia la partita di ieri non si sarebbe mai giocata. Far di tutto per affrontare l’avversario a viso aperto e non tradire i tifosi che avevano sfidato la neve sono valori importanti.
Chi li ha può scivolare, ma si rialzerà sempre. La Roma ha trovato subito il pareggio con Marquinho, uno dei giocatori che Zeman aveva messo ai margini (con ribellione del brasiliano a Catania, dopo la sostituzione) e che doveva andar via nel mercato di gennaio. Lui, come Burdisso e De Rossi (ieri assente per squalifica come Totti), sono diventati punti fissi per Andreazzoli. Ancor più importante, però, per il presente e per il futuro della Roma, è il nuovo ruolo che il mister ha trovato a Miralem Pjanic: regista a centrocampo, come nella nazionale bosniaca. Ieri «Mire» ha giocato un gara straordinaria, segnato il 2-1 con una punizione imparata a Lione alla corte di Juninho Pernambucano, sfiorato altri due gol e fatto girare per un’ora la squadra. Poi è un po’ calato ed è stato sostituito, ma anche quello faceva parte della tattica di Andreazzoli, che non si è vergognato di chiudere la gara con Perrotta centravanti ma con i tre punti in tasca.
Vittoria importante per la classifica (la Roma è ancora ottava, ma non ha perso terreno) e per il morale. In settimana si era parlato più del possibile ingresso dello sceicco Adnan Adel Arel al Qaddumi al Shtewi che del successo contro la Juve. La Procura della Repubblica di Roma, come anticipato dal Corriere della Sera, ha confermato che oggi sarà aperto un fascicolo processuale per verificare eventuali illeciti. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il sostituto Giorgio Orano sono gli stessi che si occuparono del «caso-Fioranelli», con reato di aggiotaggio. L’entourage dello sceicco ripete che la trattativa è seria e che le garanzie necessarie saranno prodotte a breve. Lui ha fatto filtrare: «Sarei tentato di gettare la spugna, ma, siccome passerei per uno che non ha soldi, andrò avanti». Con Unicredit, che due anni fa aveva scartato una proposta di al Qaddumi ed è molto scettica sulla sua solvibilità, la tensione è alta. Sullo sfondo, James Pallotta: ha ancora in testa il sogno di portare la Roma in vetta al mondo e, soprattutto, con quali e quanti investimenti personali? Le prossime ore daranno qualche risposta. Magari tutte.