(M. Cecchini) – Una risata vi seppellirà, si diceva nelle piazze in tempi di politica corazzata. E così l’inizio della fine per Luis Enrique, un anno fa, cominciò quando Fiorello decise di farne una esilarante imitazione incentrata sul rapporto con Totti. Ieri è toccato a Walter Sabatinientrare nelle mire del talento comico di Andrea Perroni, costringendo la Roma a precisare che il direttore sportivo non aveva rilasciato nessuna intervista.Insomma, una brutta giornata per il dirigente, che tra l’altro era stato insultato anche da un gruppetto di tifosi fuori dal cancello di Trigoria.
Lamela & City Eppure il fiuto di Sabatini soldi in cassa potrebbe portarne. Ad esempio, da Genova filtra un fatto: domenica l’apparizione di Roberto Mancini sulla tribuna di Marassi durante il match dei giallorossi contro la Sampdoria non era del tutto disinteressata. Anzi. L’allenatore del Manchester City, infatti, ha voluto vedere all’opera Marquinhos, ma soprattutto Erik Lamela. In squadra, nella prossima stagione, gli sceicchi opereranno una rivoluzione, ma lo zoccolo duro di argentini come Tevez e Zabaleta (un leader) rimarranno proprio per le caratteristiche mentali che assicurano. In questa colonia, perciò, secondo gli inglesi Lamela ci starebbe benissimo, visto che adesso — in condominio con Osvaldo — è diventato anche il capocannoniere della squadra giallorossa.Certo, la cessione non avverrà a prezzi di saldo, visto che il giovane due anni fa è stato pagato ben 20 milioni e di sicuro la Roma vorrà farci una plusvalenza importante, da reinvestire sul mercato.
Osvaldo & Tottenham Perché una cosa è certa, anche i giallorossi in avanti faranno un repulisti e il primo indiziato a partire (Lamela a parte) è Osvaldo, ormai sempre più separato in casa con la tifoseria dopo il rigore scippato a Totti e sbagliato. L’italoargentino ha richieste nella gradita Premier League, e il Tottenham — club con un filo diretto col direttore generale Baldini — potrebbe chiederlo. Anche per lui una partenza non avverrà a cifre basse, proprio perché gli undici gol finora realizzati (e la presenza stabile nel giro della Nazionale di Prandelli) testimoniano il suo valore. Certo, il carattere è quello che è, ma la stima che l’attaccante dal punto di vista tecnico ha lasciato in tutti i posti dove è stato fa pensare che, anche lontano da Roma, sentiremo parlare ancora di lui.
Ecco Destro Alla luce dei cambiamenti in essere, la squadra del futuro, perciò, avrà la faccia di Mattia Destro, che ieri ha parlato dalle pagine di Calcio 2000. «Non sono pentito di essere arrivato qui — ha spiegato —. Mi piace che la dirigenza stia puntando sui giovani e ce ne sono di super come Florenzi e Pjanic, che diventerà presto uno dei più giocatori forti d’Europa. Totti? Non si discute. Per come sta fisicamente è pronto a fare ancora altri due-tre anni a grandi livelli. Il mio obiettivo? Ovvio, andare al Mondiale del prossimo anno in Brasile. È il sogno da bambino di chiunque voglia fare il calciatore, perciò credo di non essere poi troppo originale».Il paradosso, in fondo, è che questa generazione di talenti fra un anno potrebbe davvero rincontrarsi al Mondiale in Brasile magari in una fantasmagorica Italia-Argentina. Ma questa è tutta un’altra storia. Adesso occorre provare a blindare i talenti giallorossi dall’assalto della Premier League. A meno che, con i soldi incassati, Sabatini non entri di nuovo in miniera a cercare nuove gemme.