(M. Graziano) – «Ho parlato chiaramente ai ragazzi prima della partita con la Roma. Ho detto loro: chi si sente stanco o scarico per la gara di Coppa me lo dica subito, non ci sono problemi. Insomma, mi sono aperto alla squadra, e nessuno si è tirato indietro. Per questo oggi (sabato sera, ndr) non mi imputo niente a livello di scelte». Antonio Conte se lo sentiva che qualcosa non andava. Tanto che fino all’ultimo aveva pensato di dare spazio a un paio di novità: Giovinco e uno fra Padoin eGiaccherini per esempio. Magari al posto di Vucinic e Vidal, gente che guardandola negli occhi non aveva dato al tecnico una sensazione troppo positiva. Ma il problema non era fisico, lì i vari dati dei giocatori erano anche confortanti, altrimenti Conte sarebbe intervenuto senza chiedere niente a nessuno. Temeva di fatto solo il calo psicologico, un rilassamento comprensibile al termine di una «tre giorni scozzese»comunque piena di pressioni, perché fra Juve e Celtic erano i bianconeri ad avere tutto da perdere, c’è poco da fare. Il problema è che nei leggeri allenamenti che seguono un impegno simile è difficile individuare e pesare la reazione a livello mentale. Anche per questo sabato mattina, in hotel, Conte ha convocato singolarmente i suoi ragazzi. «Te la senti?», ha chiesto ad ognuno.
Senatori a muso duro Si è detto: «Impossibile che un giocatore si tiri indietro, con il rischio di passare per un “debole”. Non aveva senso un simile test». Già, vero. Conte è però tutto tranne che uno stupido. E’ stato calciatore ai livelli più alti, certe cose le sa meglio di qualunque critico. E allora, nell’impossibilità di avere riscontri sicuri a livello psicologico, è probabile che il tecnico abbia voluto responsabilizzare i giocatori. Della serie: mi hai guardato negli occhi, mi hai detto che sei a posto, e ora sei «costretto» a dare tutto anche se scarico. Invece, troppe gambe molli, poco orgoglio e scarso cuore in molti elementi. Questo ha mandato su tutte le furie Conte, tanto da farlo uscire allo scoperto nella conferenza post gara. E questo ha convinto i senatori a schierarsi subito accanto al loro tecnico. Si parla infatti di un confronto deciso già negli spogliatoi dell’Olimpico. Ecco, più o meno, il concetto portante del discorsetto: «Se dite all’allenatore che siete pronti, poi dovete dimostrarlo sul campo, coi fatti, sputando sangue, a prescindere dalla bontà della prestazione».
Domani all’alba Ieri Conte si è fermato vicino a Siena, con la famiglia, oggi sarà invece a Coverciano per la «Panchina d’oro». La ripresa degli allenamenti è prevista domani. Ma per capire il grado di incazzatura del Mou italiano basta andare a leggere l’ora della convocazione: otto del mattino! Sì, saranno giorni duri sui campi di Vinovo.