(C. Zucchelli) – È stato il primo ad abbracciare Totti dopo il missile a Buffon. È stato il primo a schizzare in campo al fischio finale, dopo aver visto gli ultimi minuti in piedi accanto al suo capitano. Aveva voglia di esultare, Miralem Pjanic, e aveva voglia, soprattutto, di giocare una grande partita. L’aveva promesso ad Aurelio Andreazzoli. Glielo aveva promesso in settimana, quando il tecnico lo aveva provato regista. Hanno parlato tanto, Pjanic ha dato al tecnico la completa disponibilità a giocare davanti alla difesa. Andreazzoli gli ha dato in mano le chiavi della Roma e lui lo ha ripagato in pieno. Ci ha messo qualche minuto ad ingranare, poi ha preso in mano il centrocampo: «Ho giocato davanti alla difesa con Daniele e penso di averlo fatto bene — spiega — Per me non è stato un ruolo nuovo, ci ho giocato in nazionale e poi in settimana l’allenatore mi aveva dato consigli molto precisi».
PIU’ FACILE A parte un intervento di Stekelenburg su Pirlo, la difesa della Roma non ha corso grosso pericoli: «Sì – conferma Pjanic – ma anche gli attaccanti hanno difeso bene e così è più facile per tutti. La squadra ha fatto una grande partita contro i più forti della Serie A. Avevamo più voglia di loro e questo ha fatto la differenza». In una stagione tanto complicata, non è la prima volta che la Roma batte una grande. Dopo Inter e Milan, è stato il turno dei bianconeri: «Non so spiegare perché facciamo prestazioni così e poi abbiamo questa classifica. Adesso però non dobbiamo più perdere tempo, ci sono posizioni da recuperare. Se avremo in futuro questo atteggiamento riusciremo a vincere anche con le piccole. I tifosi meritano vittorie come questa, così come la merita Francesco Totti. E’ attaccatissimo alla maglia, sono onorato di giocare con lui, imparo sempre qualcosa». In campo e fuori: «Mi ha insegnato qualche parola in romanesco». Tipo? «Mi dice sempre: “andiamo a magna”…».
CHE REAZIONE Come Pjanic, anche Marquinho parla di voglia di vincere: «Era essenziale. Abbiamo trovato il cuore e la testa giusta, stavamo in campo tutti insieme. Abbiamo reagito alla grande». E pensare che a questo punto poteva essere in Brasile: «Il calcio cambia velocemente… Io non giocavo e allora ho parlato col Gremio». Poi Zeman è andato via ed è arrivata la seconda partita di fila da titolare: «Con Andreazzoli gioco di più. Il mister ha cambiato la nostra testa, non solo il modulo. Dobbiamo essere più cattivi».