(A.Pugliese) – Lo Zeman-2 finisce ancora prima di iniziare. Anche se l’impressione che potesse davvero essere la panacea giusta per i mali della Roma è emersa solo nella confusione (totale) di Trigoria.
Poi, però, c’è il campo e quello lascia delle tracce indelebili, che a volte diventano anche ferite incurabili. Proprio come quelle di ieri all’Olimpico, dove l’amore tra Roma e Zeman si è sciolto come neve al sole. Definitivamente, stavolta per sempre. Il nome più gettonato è quello del francese Laurent Blanc, ma in corsa c’è pure Marco Giampaolo (ex anche di Catania e Cagliari).
Contestazione «Via il boemo», è lo striscione esposto per tutto il secondo tempo dalla Curva Sud. E lui, Zeman? Si è piegato su se stesso, vittima delle sue scelte (Goicoechea e Tachtsidis) e dei suoi tanti errori. Sul 3-1 di Sau, quando si è reso conto che la squadra gli aveva girato del tutto le spalle, si è seduto in panchina e non si è visto più, se non nel finale, sommerso dai cori di insulti dello stadio. Zeman, però, un piccolo motivo per sorridere alla fine ce l’ha lo stesso, l’applausometro degli insulti (pesantissimi) non l’ha vinto lui bensìSabatini e Baldini, considerati dalla gente gli artefici di un disastro biennale che nasce con Luis Enrique e si perde nella contestazione finale fuori dallo stadio (circa 300 persone ad aspettare la squadra, costretta ad uscire da un’altra via di fuga).
Io resto Quello che non ha fatto la società in settimana tra un siparietto e l’altro, l’ha fatto ieri sera la squadra, esonerando direttamente sul campo Zeman con una prestazione chiaramente figlia del dissenso. «Ma l’idea di dimettermi non mi viene per una gara giocata male, non credo sia una stagione sbagliata la nostra — dice alla fine Zeman —. Un esonero? Sono a disposizione della società. Certo mi dispiacerebbe, io credo ancora». Già, il problema però è che è la squadra a non credere più in lui. «Per me la voglia non è mancata, il problema è che non avevamo idee, tutti volevano fare qualcosa di decisivo. Il gol all’inizio ci ha innervositi, poi ci siamo sbilanciati. Possiamo recriminare sui due rigori, ma non sarebbe cambiato nulla». Molto l’ha invece cambiato la paperissima di Goicoechea. «Purtroppo gli errori nel calcio ci stanno. Stekelenburg? Non l’ho mandato io a Londra. Si sentiva sacrificato in panchina. Io voglio giocatori che hanno voglia di stare nella Roma».
Si cambia E ora cosa succede? Zeman ha le ore contate, già oggi può arrivare l’esonero. Dopo la gara c’è stato un summit dei dirigenti (Baldini, Fenucci, Baldissoni, Zanzi e Sabatini, con quest’ultimo che ha fatto i complimenti alla squadra), ieri notte ne hanno parlato con Pallotta (la proprietà non vuole traghettatori) e oggi col presidente decideranno il futuro del boemo. «Contestazione giusta. Fallimento del progetto Zeman? Non è il momento delle decisioni — ha detto Baldini —. Ma il tecnico non lo abbiamo mai messo in discussione noi, sono state le sue dichiarazioni che ci hanno fatto interrogare sul suo pensiero. La ferita è troppo fresca, la riflessione sarà totale. Anche su di me? Certo, sono il primo responsabile di ogni scelta». Oggi sarà scritta la parola fine, lo Zeman-2 è già passato.