(V. D’Angelo) – Come ogni ultima giornata dei gironi che si rispetti, c’è una squadra che ride e una che piange. La differenza sta nel fatto che le due squadre non sono sullo stesso campo a darsi battaglia, ma si fronteggiano a suon di gol a distanza. La Roma fa festa con un protagonista a sorpresa: Lorenzo Musto, centravanti del ’96, autore dei due gol che nel recupero hanno regalato la qualificazione per differenza reti alla Roma, condannando gli ungheresi dell’Honved, ancora in campo a festeggiare la vittoria sul Lecce e una storica qualificazione agli ottavi della Coppa Carnevale.
I fatti La Roma gioca a Larderello, l’Honved a Lido di Camaiore. Entrambe vincendo andrebbero a 6 punti e punterebbero al ripescaggio come miglior seconda. I giallorossi, avanti 2-1 sul Long Island dell’ex romanista Ciccio Graziani — che aveva preso nelle precedenti gare 4 gol dallo Spezia e 5 dallo Spartak —, segnano 3 gol tra il 36′ e il 45′ del secondo tempo, e vanno 5-1 (sbarazzandosi, a quel punto, della concorrenza dell’Atalanta); dall’altra l’Honved al ’92 trova il gol vittoria sul Lecce con Bobal. A questo punto le squadre sono pari per punti e differenza reti, ma gli ungheresi hanno più gol fatti, 10 a 8. Alla Roma serve un altro gol per passare. E lo trovano al ’94, con Musto: +6 nella differenza reti e pass per gli ottavi in tasca.
Lo sfogo La notizia arriva a Lido di Camaiore e fa andare su tutte le furie il d.g. dell’Honved, Fabio Cordella, che tuona: «Quello che è successo nel finale di Roma-Long Island è scandaloso e vergognoso. I ragazzi festeggiavano in campo il successo con il Lecce e il passaggio del turno. La nostra gara è terminata tra le 16.50 e le 16.53. E in quel momento la Roma stava vincendo 2-1. Tant’è che ho ricevuto telefonate di complimenti. Poi, sono arrivati i 4 gol determinanti della Roma. L’organizzazione del torneo dice che non ha colpe, e ci mancherebbe, nemmeno gliene voglio affibbiare. Però queste situazioni vanno monitorate meglio, è un torneo internazionale. Le squadre straniere altrimenti si sentiranno sempre danneggiate. Ho pensato: “Ma se non vogliono le squadre straniere, perché non ci dicono di restare a casa?”. Da italiano mi vergogno di assistere a queste cose. I ragazzi sono in albergo a piangere, distrutti, erano certi di aver passato il turno. Avevano lavorato duramente e sul campo avevano ottenuto un risultato importantissimo. Comunque al prossimo Viareggio ci saremo: fa parte del nostro progetto di crescita».