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GAZZETTA GIALLOROSSA Santori (La Destra): “Gli americani hanno capito l’importanza di costruire uno stadio a Roma. Tor Vergata sarebbe stato il teatro ideale”

Fabrizio Santori

Dopo l’annuncio di Orlando, la Roma e Roma sono pronti ad accogliere finalmente un nuovo stadio di calcio che possa portare i giallorossi al pari dei grandi club del vecchio continente. A questo proposito, la redazione di GazzettaGialloRossa.it, ha contattato Fabrizio Santori, consigliere comunale e candidato al consiglio regionale del Lazio con La Destra di Storace. Ecco quanto detto:

La Roma ha annunciato il suo stadio. I tempi?

“Dovrebbe essere a disposizione per la stagione 2016/17, anche se ad opera ancora non iniziata e con le tante problematiche che ci sono e, sicuramente, sorgeranno, non me la sentirei di fare il Muzio Scevola. Mi impegnerò al massimo affinché non si incontrino, a livello amministrativo, problemi di natura burocratica che possano rallentarne la realizzazione”.

La Lazio ha ipotizzato la costruzione di uno stadio di proprietà. E’ una cosa fattibile?

“Quello degli stadi è un tema sul quale il nuovo Parlamento dovrà intervenire quanto prima, senza trascurare però i rischi di grosse speculazioni edilizie che ne potrebbero derivare. La situazione della Lazio è un po’ compassata anche per questo, ricordiamo però che una società come la Juventus ce l’ha fatta a prescindere dall’approvazione della normativa specifica. Bisogna seguire questo filone per ridurre il gap con le altre realtà calcistiche europee. La costruzione degli stadi, per le due squadre più importanti della Capitale, è un obiettivo che ho caldeggiato con forza da consigliere comunale di Roma e ora, se i cittadini mi daranno fiducia, dalla Regione monitorerò con attenzione perché deve esse un traguardo ambizioso che darà lustro alle società ed all’intera Regione, ponendo Roma al pari di altre importanti e prestigiose metropoli europee”.

La costruzione di nuovi stadi, necessità inevitabilmente di nuove infrastrutture. C’è un progetto? Quali sono i tempi?

“Il progetto esiste ma è tutto bloccato in attesa degli sviluppi normativi. La necessità di nuove infrastrutture deve essere vista come una grande opportunità, però bisogna cambiare mentalità della pubblica amministrazione e aumentare i controlli sui tempi e le modalità di intervento perché spesso però nel nostro Paese le opere pubbliche diventano classiche “cattedrali nel deserto”. È il caso del vergognoso spreco della “Città dello Sport” di Tor Vergata, uno scempio voluto dall’ex sindaco Veltroni che è costato milioni di euro ai cittadini, che forse non ne usufruiranno mai, una cattedrale nel deserto”.

A Tor di Valle oltre al problema infrastrutture c’è il depuratore Acea che emette cattivi odori. Soluzione?

“Il depuratore Acea deve essere interrato perché gli odori sono davvero nauseabondi”.

E’ stata annunciata Tor di Valle. E’ d’accordo o avrebbe scelto altre zone che erano candidate come Tor Vergata, Massimina e Ostiense?

“Se non ci fosse stata la vergognosa situazione della “Città dello Sport”, di cui ho già detto, penso che Tor Vergata sarebbe stato il teatro ideale per accogliere una struttura di questo tipo. Una domanda ora la vorrei fare io: dove erano gli ambientalisti od i consiglieri del PD che ora bloccano questi progetti per ragioni di tutela del territorio quando il loro ex sindaco approvava questo scandaloso spreco di cui hanno beneficiato solo i loro amici “palazzinari”? Quando comunque si sceglie una zona è necessaria un’attenta valutazione in merito alle infrastrutture da realizzare nella zona per evitare che chi deve andare allo stadio subisca un calvario e chi abita in prossimità dello stadio viva dei disagi. Mi riferisco evidentemente a strade di collegamento ampie, parcheggi disponibili e capienti, mezzi di trasporto efficienti, insomma tutto ciò che permetta di adeguare uno stadio agli standard europei e che renda la domenica delle partite piacevole, sia per chi va a vedere la partita sia per chi, pur non amando il calcio, abiterà in prossimità dello stadio”.

A quanto pare la legge sugli stadi, che velocizzerebbe l’iter, è ancora ferma per colpa di alcuni esponenti Pd che ne bloccano l’approvazione. Cosa succede? C’è ancora speranza e soluzione di farla passare?

“Tra le righe penso di averlo già fatto intendere al lettore, tuttavia rimarcarlo non può che far bene. La speranza c’è e la sua realizzazione è in mano alle prossime elezioni nazionali”.

Roma e Lazio costruiranno il proprio stadio. L’Olimpico per che cosa sarà utilizzato? per il rubgy? E’ stata vagliata l’ipotesi di abbatterlo per costruire un nuovo stadio come successo a Torino con il “Delle Alpi”?

“Lo Stadio Olimpico è un patrimonio importante del CONI e rappresenta la storia dello sport italiano e romano, pertanto non sarà abbandonato e sarà forse sempre più teatro di manifestazioni sportive di ogni genere. Non credo sia opportuno sperperare altro denaro”.

Perché c’è stato bisogno di una proprietà americana per avviare i progetti di uno stadio a Roma?

“La nuova proprietà americana ha acquistato la società AS Roma con molto entusiasmo, quella precedente ha dovuto cedere per ragioni economiche, la risposta è presto data. Probabilmente gli americani, più degli italiani, hanno intuito l’importanza di uno stadio in termini di Merchandising, importanza del brand ed immagine di una squadra”.

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