(V. Cerracchio) – A quota 40 arriva anche la Roma. E il Catania vola anche più su dove si respira aria d’Europa, che è pure Champions naturalmente. Si ammucchiano i sogni, che coinvolgono sei squadre sotto le due fuggitive. Si rammarica il Milan, in vantaggio e con Balotelli frenato solo da un grande Handanovic nel primo tempo, poi raggiunto da Schelotto che scoppia in lacrime dopo aver regalato il pari all’Inter. Magìa da derby, quella di segnare all’esordio. La Lazio può approfittarne stasera e restare da sola al terzo posto: non ci riuscisse contro il malmesso Pescara sarebbero dolori.
Non c’è che dire: Andreazzoli ha ribaltato ogni pronostico. Non era stata un’illusione la vittoria sulla Juventus, a Bergamo i giallorossi non hanno avuto bisogno dei ramponi per scalare l’Atalanta in condizioni proibitive. È bastato giocare come la Roma sa di poter fare, senza preoccuparsi del gol preso a freddo (al gelo, meglio), macinando azioni su azioni con una personalità che non dipende più solo da Totti. Lo si è visto in un secondo tempo affrontato col piglio della grande, cercando la rete della vittoria e poi difendendola quando era più agevole ma senza mai arroccarsi, senza scomporsi neanche per un attimo. Il calendario dice adesso che con un po’ di convinzione si può vincere spesso e vedere cosa fanno le altre.
Il pareggio del derby riapre i giochi, anche se il Milan sembra avere ancora qualche certezza in più. Il calcio è materia friabile, spesso una questione di testa. Alle volte una questione di cuore. Prendete Daniele Conti: l’aveva sognata una doppietta sotto gli occhi del figlio Bruno (il nome del nonno), occhialuto Harry Potter trasformato per la prima volta in raccattapalle. Bacchetta magica e oplà, esaudito.