(A.Angeloni) – A volte basta un tweet per regalare un sorriso. «L’AS Roma smentisce le indiscrezioni di mercato riguardanti presunte trattative con eventuali allenatori per la prossima stagione. L’allenatore della Roma è Aurelio Andreazzoli, con fondate ragioni che lo possa essere anche nelle prossime stagioni»[…]
LA PANCHINA CHE SARÀ
Tra quel giorno e ieri sono passate in mezzo un sacco di cose: due partite, una persa (con la Samp) e una vinta in maniera esaltante (con la Juve), fiumi di parole, polemiche, rigori scippati, rimproveri, comunicati (di Totti), sceicchi e soprattutto una marea di nomi di allenatori che l’anno prossimo potrebbero sedersi sulla panchina della Roma. Allegri, Mazzarri, Pellegrini, Blanc, Ancelotti, Mancini e forse ne dimentichiamo qualcuno, sono tutti ancora in lizza, nonostante il tweet. […]
VERSO L’ATALANTA
E Andreazzoli in tutto questo deve preparare una partita niente male. Con l’Atalanta, a Bergamo, domani alle 15, su un campo nuovo e rizollato ma anche innevato (così dicono le previsioni) e senza Totti e De Rossi, fermati dal giudice sportivo. In questi giorni il tecnico sta provando una mediana con tre centrocampisti (Florenzi, Bradley e Pjanic, con quest’ultimo sempre in cabina di regia) e due terzini-ali (Torosidis e Taddei a destra, Balzaretti e Dodò a sinistra). E Marquinho? A quanto pare si contende il posto con Florenzi come intermedio o incursore. Là davanti i posti sembrano assegnati a Lamela e Osvaldo, dietro idem, cioè a Piris, Burdisso e Marquinhos. In porta Stekelenburg.
LA SVOLTA
Un altro che forse ha ritrovato maggiore sicurezza dopo l’esonero di Zeman è Burdisso. Adesso l’argentino si sente più a suo agio in mezzo alla difesa. A Sky ha raccontato come sta vivendo questa nuova èra e quella appena passata. «Ho messo sempre la faccia, non solo ora perché le cose vanno bene. Questo è un gruppo serio. Abbiamo provato a mettere in campo quello che ci chiedeva Zeman, che ha insegnato tanto a tutti. Non è andata bene, ma non si può dire che non ci abbiamo provato. La Roma ha sempre giocato in maniera propositiva come ci chiedeva lui. Poi alla fine si deve sempre cercare un unico colpevole ed è sbagliato. Adesso abbiamo vinto con la Juve, ma è un’unica partita e mi si chiede se è già una grande Roma. No, non può esserlo, anche se quel successo in noi ha cambiato qualcosa. Ora siamo noi a dover dare di più. […]»