(S. Menafra) – Il fascicolo sarà aperto solo questa mattina e al momento senza ipotesi di reato. Ma una volta arrivata la documentazione chiesta alla Consob, è probabile che nell’indagine avviata sulla vendita delle azioni della Roma allo sceicco Al Shtewi al Quaddumi venga iscritta una ipotesi di reato: aggiotaggio, oppure manipolazione del mercato.
Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Giorgio Orano lavoreranno prima di tutto sulle variazioni in Borsa del titolo sportivo. Le informazioni circolate finora sulla presunta trattativa tra la società americana che controlla la squadra e lo sceicco mezzo arabo e mezzo perugino Adnan Adel Aref al Quaddumi al Shtewi hanno già fatto oscillare e di molto il titolo azionario della squadra capitolina, venerdì ha chiuso con un +9,7% e un passaggio di mano del 2,1% del capitale. E dunque il problema ora è capire se questa variazione era basata su una trattativa fondata su basi solide oppure no.
I COMUNICATI DIVERGENTI
Prima ancora che arrivino a piazzale Clodio i documenti ufficiali, c’è già un elemento che insospettisce gli investigatori. E cioè che se da un lato la As Roma Spv Llc, società presieduta da James Pallotta, tramite la As Roma Spa ha comunicato alla Consob l’esistenza di un accordo preliminare, in seguito la As Roma Spa (che contiene la Neep, partecipata daPallotta e dunque da As Roma Spv Llc e da Unicredit, insieme a tutti gli altri pacchetti azionari) ha in qualche modo preso le distanze, mentre Unicredit ha detto di non essere ancora stata informata. Dunque, una prima discrepanza c’è. Se questa differenza risultasse anche dalla documentazione raccolta dalla Consob, l’iscrizione del reato sarebbe praticamente inevitabile.
A favore degli inquirenti giocano anche le scadenze fissate dalla Consob, che proprio per oggi ha chiesto ad As Roma Spa e i di consegnare notizie più dettagliate sull’offerta ricevuta e sul valore della ricapitalizzazione, che dovrebbe essere di almeno 50 milioni di euro. Oltre alle chiacchiere sulla casa modesta in cui vive, il figlio carabiniere, gli spostamenti in treno regionale e la presenza al suo fianco del chiacchierato ex attaccante juventino Michele Padovano, a pesare negativamente sull’immagine di Adan Adel Aref al Quaddumi al Shtewi c’è il precedente di due anni fa con Acqua Marcia. Anche allora lo sceicco promise di salvare l’azienda e di essere disposto a versare immediatamente 30 milioni su 700 pattuiti. Ma i soldi non sono mai arrivati.