(R.Dimito) Gli americani non sono riusciti a cancellare i dubbi sul preteso sceicco avanzate da Unicredit, Consob, Procura, Borsa e tifosi giallorossi. Finora Adnam Al Qaddumi al Shtewi non ha infatti fornito garanzie per comprovare l’esistenza delle somme promesse alla Roma Calcio. Ha tempo fino al 14 marzo per effettuare il versamento. Unicredit resta alla finestra in un’operazione che non l’ha coinvolta in alcun passaggio, mentre continua a ribadire, tramite i canali legali (e ufficialmente nell’intervista di Paolo Fiorentino al Messaggero di avant’ieri), dubbi sulla solvibilità di Al Qaddumi. Anzi, i rappresentanti di Piazza Cordusio, azionista con il 40% di Neep Holding, proprietaria del 78% del club, si preparano a chiedere chiarimenti in occasione del prossimo cda della Roma, in calendario giovedì 28, sebbene il tema ancora ieri non figurasse all’ordine del giorno.
LA DUE DILIGENCE – «As Roma informa che il potenziale partner – si legge nella nota diffusa dalla società Usa, azionista al 60% di Neep, in risposta alla richiesta Consob di giovedì scorso – è stato oggetto di un’attività di due diligence con riferimento alla disponibilità di risorse finanziarie idonee per realizzare operazioni di questo tipo e che il processo di due diligence continuerà sino alla chiusura dell’operazione». Quindi i legali di James Pallotta & C (studio Tonucci) rivelano di aver svolto accertamenti sul patrimonio dello sceicco che, secondo le sue dichiarazioni, avrebbe scongelato di recente un’eredità. Ma in casi analoghi, la due diligence consiste nell’ottenere una comfort letter, cioè un’attestazione scritta da parte di primaria banca in cui si certifica che i soldi ci sono, depositati presso l’istituto e liberi da gravami. Così non è con Al Qaddumi. Lo sceicco «ha reso le usuali dichiarazioni e garanzie in merito alla propria consistenza patrimoniale – prosegue la nota – per far fronte a investimenti di questo tipo».
Attenzione però: «Non sono state rilasciate formali garanzie con riferimento all’esecuzione delle proprie obbligazioni». Quindi non avrebbe prestato dichiarazioni scritte di banche da cui risulta l’esistenza di fondi destinati a Neep, in base all’accordo preliminare reso noto giovedì scorso sul quale la Consob ha acceso un faro. «L’unica condizione per la chiusura dell’operazione – rivela ora la società di Pallotta – è l’effettivo pagamento del prezzo dell’investimento». Il termine per versare i soldi «è il 14 marzo». Pallotta, comunque, indipendentemente dall’esito della trattativa «continuerà a mantenere la gestione delle operazioni di As Roma».
RESTANO I DUBBI – Anche dopo questo nuovo comunicato, che avrebbe dovuto fare chiarezza, i dubbi però permangono, anzi aumentano. Lo dimostra l’andamento del titolo in Borsa: in una giornata come quella di ieri dove per ore l’indice volava, le azioni della Roma arretravano chiudendo a 0,51 euro (-5,2%).
Ora non resta che aspettare gli sviluppi, come farà Unicredit che fino a sabato 23 ha incalzato i soci americani sull’affidabilità dello sceicco, chiedendo anche l’origine dei denari promessi. Esattamente quello che Fiorentino chiese a Mediobanca di fare nel 2009 su Vinicio Fioranelli.
Come detto, giovedì 28 si riunisce un Cda della Roma in programma da tempo: sul tavolo la situazione finanziaria del club. Tra le «varie ed eventuali» gli uomini di Unicredit, e probabilmente anche il consigliere Pippo Marra, dovrebbero sollecitare chiarimenti. Intanto Al Qaddumi ieri avrebbe incontrato i revisori di Deloitte: probabilmente sta facendo svolgere, a sua volta, una due diligence sulla finanziaria di Pallotta.