(A. Angeloni) – Un uomo buono per tutte le stagioni, magari non per tutti gli allenatori, ne sa qualcosa Zeman, mandato a quel paese in eurovisione nel pomeriggio nefasto del derby di qualche mese fa. Miralem Pjanic è un bravo calciatore, puoi fargli fare il trequartista, l’intermedio, il regista. È tutto in uno. Nella Roma e nella sua nazionale è così. Adesso dà la sensazione di aver preso in mano la squadra. Andreazzoli lo utilizza in cabina di regia, Miralem fa girare il gruppo, organizza, suggerisce e finalizza. E finalmente dimostra di non aver dimenticato come si tirano le punizioni, che ha studiato da Juninho Pernanbucano ai tempi del Lione. Quella di Bergamo è una perla. Il gol – in generale – non è il suo forte, almeno in Italia. Tre reti realizzate nella scorsa stagione, quella di ieri è la quarta dell’attuale (una in coppa Italia contro l’Atalanta, più in campionato contro Lazio e Torino).
LA GIOIA RITROVATA
Il gol? «È importantissimo aver vinto su un campo difficile. Abbiamo disputato una bella gara contro la Juve e qui a Bergamo siamo riusciti a confermarci, disputando un’ottima prestazione. Le condizioni del campo erano molto complicate ma alla fine siamo contenti dei tre punti. Il terreno ci ha penalizzati in certe giocate, si poteva fare meglio, su un altro terreno avremmo fatto anche meglio», le sue parole.
PAPÀ ANDREAZZOLI
Il nuovo (vecchio) tecnico è stato quello che ha dato il la alla rinascita di Pjanic e non solo. Tutta la squadra risponde, improvvisamente tutti sono diventati utilizzabili in più ruoli. «Il mister ci osserva e prepara le partite durante la settimana. Lui decide e finora ha trovato sempre il sistema giusto. Contro l’Atalanta abbiamo segnato quando ha cambiato il sistema di gioco. Siamo uniti, lo ascoltiamo e dobbiamo continuare così».
IL FUTURO
Il terzo posto resta lontano, ma la sensazione di tutti è che non sia più così irraggiungibile.«Siamo ancora distanti dalla zona Champions: guardiamo partita dopo partita. Se continuiamo con questa voglia possiamo riprendere chi ci precede».