(M. Ferretti) – Da capitano vero, Francesco Totti ha dato l’esempio. Ancora una volta. E con una fucilata di destro, che ha chiuso la sua corsa a 113 kmh al sette alla destra di Buffon, ha regalato alla Roma tre punti pesantissimi. Una vittoria contro la Juve, contro la prima della classe: ossigeno puro per una Roma in grossa difficoltà. Una Roma guidata al successo da un calciatore che non finisce più di stupire. E che con la prodezza di ieri sera (nono gol stagionale) è arrivato a quota 224 reti in serie A, ad un solo passo da Gunnar Nordahl secondo nella classifica dei cannonieri all time. «Domenica prossima sarò squalificato, ma poi all’Olimpico contro il Genoa farò una doppietta e lo sorpasserò», la sua previsione.
UN FENOMENO – Uscendo dallo stadio, più di un tifoso della Roma si interrogava: e quando lo vedremo mai più un altro giocatore come Totti? Domanda lecita. Perché non c’è mai stato e difficilmente ci sarà un altro come lui, capace a trentasei anni abbondanti di essere ancora così decisivo, segnando gol fantastici (il decimo a Buffon, il portiere più battuto in carriera) e correndo da una parte all’altra del campo senza risparmiarsi mai. «Avevo sperato in questa vittoria. Abbiamo vissuto un momento particolare, non riuscivamo ad uscire dal tunnel. E questa è la dimostrazione che la squadra è viva, che ha grande carattere. E che siamo un gruppo unito. Il gol? È stata una cosa istintiva, fortunatamente l’ho messo dove nessuno se lo sarebbe aspettato… All’inizio eravamo un po’ intimoriti, affrontavamo una grande squadra. Andando avanti con la partita, però, ci siamo sbloccati. Restiamo con i piedi per terra e godiamoci questa vittoria», il suo commento.
IL BILANCIO – «Abbiamo un sacco di rimpianti perché le big le abbiamo battute quasi tutte. Ma il campionato è lungo e ne fanno parte anche le piccole. Non siamo riusciti a mantenere il passo che avevamo immaginato a inizio stagione. I tifosi ci sono stati sempre vicini nei momenti difficili, stavolta ci hanno osannato dall’inizio alla fine. Il riscaldamento sotto la Sud? Noi dobbiamo stare vicino a loro e loro a noi». E poi. «È stata una settimana difficilissima, ripeto. Tante chiacchiere e pochi fatti. Penso che le mie parole, che sono state pesanti, abbiano fatto bene all’ambiente. La svolta? Sta a noi scendere in campo con un obiettivo preciso, cioè fare bene e mettere in difficoltà chiunque senza nessun complesso».