(M.Conterio) – Zdenek Zeman non sorride. O almeno non lo dà a vedere, perché stringe la Panchina d’Argento tra le mani con forza, con orgoglio. «Ringrazio i colleghi» dice, dopo esser stato eletto miglior tecnico della B per la promozione in A con il Pescara. Sin qui tutto standard, tutto regolare. «Il ringraziamento più grande va anche ai miei giocatori ed alla società, che mi ha permesso di lavorare secondo le mie convinzioni». Touchè.
La frecciata è servita. Basta leggere tra le righe del boemo-pensiero, per vedere una bilancia pesata in due modi. La prima, quella del Pescara, che ha messo anima e cuore a disposizione di Zeman. Giocatori, filosofia, progetto: il Pescara era Zeman, Zeman era il Pescara. Una simbiosi perfetta[…]
IL PASSATO
«Volevo fortemente la Roma e per questo sono tornato alla Roma. Mi dispiace soltanto di non esser riuscito a fare quello che avevo in testa, quello che secondo me la squadra era in grado di fare, come potenzialità». C’è orgoglio, già, ma anche un velo di tristezza nei suoi occhi, di rammarico e delusione, per aver fallito l’esperienza capitolina[…]
IL FUTURO
Un uomo che ha accantonato un simbolo, Daniele De Rossi, aggrappandosi però sempre all’altro: Francesco Totti. «Aspetto di festeggiare con lui il superamento dei gol di Nordahl, gli manca davvero poco». Zeman non è cambiato. Zeman è questo, prendere o lasciare. […]