(L. Pelosi) – Paradise City. E la Roma entra in campo per il riscaldamento. Totti e De Rossi guidano il gruppo sotto la Curva Sud, poi tutti gli altri, concentrati. Anche Taddei e Perrotta, che non devono giocare, sfilano serissimi come se dovessero entrare in campo dal primo minuto.Comincia così il video che Aurelio Andreazzoli ha fatto preparare per farlo vedere alla squadra e per motivarla, ricordando che cos’è stata Roma-Juventus. Una cosa che amava fare anche Spalletti, che nel suo staff aveva proprio l’attuale tecnico della Roma. Chissà se però anche all’epoca per realizzare questi video ci si faceva aiutare anche dal… Romanista. Proprio così, perché il nostro giornale fa la sua parte e tra un po’ ci arriviamo.
Eravamo rimasti al riscaldamento, sotto la Sud, con la massima concentrazione di tutti. Poi è il momento dell’inno e dello stadio che si riempie di sciarpe giallorosse.«Gialla come er sole», ma c’è una mezzaluna che ascolta e quasi amplifica le parole del nostro inno. Ci siamo, dopo un intenso primo piano della Curva Sud, il fermo immagine successivo riporta solo una scritta: “Tonino Cagnucci, Il Romanista”, che introduce la frase successiva che viene proiettata. E’ l’incipit dell’editoriale pubblicato in prima pagina nell’edizione di domenica: «Non è stata una traiettoria, perché una traiettoria ammette delle possibilità. Non è stata una parabola, perché una parabola dà tempo per accompagnarla, sperarla, tifarla, guardarla. Quel tiro è stata una decisione di Dio: perché doveva andare così, non poteva che andare così, stavolta non poteva andare diversamente».
Non sono semplicemente parole che descrivono il gol di Totti, ma che ne colgono in pieno l’essenza e il significato. Affinché lo capiscano tutti, nel filmato le parole vengono tradotte anche in spagnolo e in inglese. Niente scuse, leggete e soprattutto tenete bene a mente. Se avete ancora qualche dubbio, ecco di cosa si sta parlando: le immagini proseguono con l’azione del gol, col prosaico commento di Sky. Ma quello che conta è ciò che si vede: palla in rete, che rimbalza quasi al limite dell’area e l’abbraccio dei compagni di squadra a Totti. Il primo ad arrivare è Perrotta, ed ecco che capisci a cosa è servito riscaldarsi così bene anche sapendo di non giocare. L’ellissi temporale ci porta direttamente al triplice fischio di Rocchi, mentre parte “Grazie Roma” con gli juventini che all’ennesimo «dimmi cos’è…» stanno ancora protestando perché l’arbitro non gli ha fatto battere il calcio d’angolo.
Nel frattempo, siamo tornati dove è iniziato tutto. Anzi, dove c’è l’origine di tutto. Dei riscaldamenti, delle partite, degli inni e degli editoriali. Sotto la Sud. De Rossi bacia Pjanic, che abbraccia Torosidis, che guarda Totti fermarsi un attimo per riempirsi gli occhi e il cuore. E’ un modo per rispondere «anch’io» all’ultimo stendardo inquadrato, che dice «Ti amo». E’ troppo tardi per gli Oscar.