(V. Vercillo) – L’immagine di un Daniele De Rossi a dir poco sconsolato, appoggiato sulla porta dello spogliatoio, con le mani in faccia per coprire l’oscurità del volto, è quella che forse più rappresenta la situazione che sta vivendo la Roma in questo momento. La sconfitta contro il Cagliari non è stata digerita da nessuno. Tantomeno dal numero 16 giallorosso, che a fine gara manifestava tutto il suo rammarico, la sua rabbia mista ad incredulità, sfogandosi attraverso frasi come «non è possibile», o anche «un altro anno così, basta…». E poi un «non ce la faccio più» che rappresenta la frustrazione di ogni tifoso romanista. Gruppo a cui da sempre appartiere anche Daniele De Rossi. Ieri qualcosa è cambiato. Ora a guidare la Roma sarà Aurelio Andreazzoli, e non più Zdenek Zeman.
Una favola senza lieto fine, come le più belle storie d’amore, quella tra il boemo e il club di Trigoria. E le cose cambieranno anche per De Rossi. Un amore mai sbocciato, quello tra l’ormai ex tecnico giallorosso e il centrocampista di Ostia, a volte rimasto in panchina per lasciare spazio a Tachtsidis. Con Andreazzoli sarà diverso. Il centrocampista greco non ha dimostrato lo stesso valore atletico di De Rossi, che con ogni probabilità recupererà la maglia da titolare. E stavolta nel suo ruolo preferito, sulla mediana del 4-2-3-1 di spallettiana memoria: uomo fidato della società, il tecnico pro tempore della Roma è stato un collaboratore di Luciano Spalletti, ed è rimasto in giallorosso anche dopo la partenza dell’allenatore toscano verso la Russia. Da Lucio ha ereditato anche la mentalità tattica, che potrebbe già sfoggiare in occasione della prossima sfida contro la Samp. E già dalla trasferta di Marassi, potrà affidare di nuovo le chiavi del centrocampo proprio al numero 16. Una responsabilità che De Rossi non vedeva l’ora di riavere. Stesso discorso per Stekelenburg.
La falsa partenza per il Fulham l’ha buttato giù, ma ha anche incrementato la sua determinazione: «Volevo andare a Londra, ma sono un professionista e adesso il mio obiettivo è tornare titolare con la maglia della Roma» le parole dell’olandese appena rientrato nella capitale, venerdì mattina. Contro il Cagliari Goicoechea ci ha messo del suo, segnando un autogol a dir poco ingenuo (ha pianto di rabbia nello spogliatoio). Ora starà all’ex Ajax dimostrare di meritare la fiducia del nuovo tecnico. Andreazzoli si ritrova tra le mani una polveriera, ma anche la possibilità di condurre la squadra fino a giugno in quattro mesi da traghettatore prima dell’approdo – chissà – di un altro grande nome. Lo staff che lo accompagnerà sarà composto da Zago, arrivato nella capitale da poche settimane, in qualità di secondo. Poi Francesco Chinnici e Luca Franceschi come preparatori atletici, Simone Beccaccioli come tattico e Guido Nanni, che continuerà ad occuparsi dei portieri.