(P.A. Coletti) – Che Nico Lopez fosse un predestinato lo si era capito fin da subito. Essere acquistato dalla Roma per due milioni di dollari a soli diciotto anni, d’altronde, non è da tutti, e mettere a segno 15 gol in 14 partite con la Primavera giallorossa nei primi sei mesi di vita passati fuori da casa (Montevideo, Uruguay) è un record da vero campioncino. Negli ultimi sei mesi, però, Roma e la Roma sembravano essersi dimenticati di lui. Dal 26 agosto scorso, giorno dell’esordio con gol in serie A contro il Catania, il piccolo uruguaiano non aveva più visto il campo, o quasi: 22’ nella sfortunata Roma-Bologna (finita 3-2 per gli emiliani) e 90’ negli ottavi di coppa Italia contro l’Atalanta.
Poi tanta panchina e poche soddisfazioni. Fino al Capodanno, quando la Roma ha lasciato partire il suo gioiellino uruguaiano per il torneo Sudamericano Sub20, risparmiandogli la tournée in Florida. Il motivo? Lui, al contrario di Marquinhos, aveva bisogno di giocare. E tanto. Un mese e qualche giorno dopo la Roma sa di aver fatto la scelta giusta e ha riabbracciato un Nico Lopez tornato rinvigorito dal campionato giovanile e pronto a prendersi un posto in squadra. L’attaccante uruguagio ha vinto il titolo di capocannoniere della competizione con 6 reti, che hanno permesso alla sua nazionale di raggiungere il terzo posto e la conseguente qualficazione ai Mondiali di categoria che si disputeranno in Turchia a partire dal 21 giugno. «Sono contentissimo – ha dichiarato Nico Lopez alla stampa sudamericana due giorni fa -. La verità è che non mi aspettavo di segnare sei reti e finire davanti a tutti nella classifica cannonieri».
La stampa sudamericana lo ha eletto come stella del torneo sottolineando l’importanza del titolo personale vinto dal romanista visto che l’Uruguay non aveva un goleador nell’edizione under 20 della Coppa America dal 2007, quando il titolo di capocannoniere andò a Edinson Cavani. Il gol e l’Italia nel destino, proprio come il suo collega più famoso. Dopo l’euforia vissuta in Argentina, il sito ovaciondigital.com.uy lo ha immortalato con tanto di trofeo alla mano al momento di imbarcarsi all’aeroporto “El Plumerillo” di Mendoza, Lopez ieri è tornato ad allenarsi a Trigoria, profondamente cambiata rispetto alla sua partenza. Zeman, che lo aveva voluto con sé in prima squadra fin dal ritiro di Riscone di Brunico ma che dopo Roma-Bologna non gli aveva più dato fiducia, non c’è più. Ora con Andreazzoli il giovane attaccante spera di poter trovare più spazio, forte anche delle ottime prestazioni d’oltreoceano.
I messaggi inviati da Nico Lopez nel gennaio appena trascorso erano chiari:«Ora penso al Sudamericano ma quando tornerò in Italia, parlerò col mio procuratore e con la Roma e vedremo dove potrò andare a giocare, che è la cosa migliore per me». Di sondaggi e offerte concrete per Lopez ne sono arrivate tante sul tavolo del ds Sabatini. Parma, Siena e Catania su tutte. Ma la risposta da Trigoria è sempre stata la stessa: «Nico resta con noi». Le componenti per far sbocciare il suo talento anche in prima squadra ci sono tutte: la fiducia della società è totale e ora starà a lui dimostrare di aver fatto in questo mese quel salto di qualità che Zeman gli chiedeva.