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IL ROMANISTA La Roma sparisce tra i fischi

Totti

(C. Zucchelli) – Guardi Roma-Cagliari e pensi che è proprio vero che al peggio non c’è mai fine. Una squadra impaurita e senza stimoli. Alcuni giocatori, i più giovani, fanno addirittura tenerezza. Bastava guardare i loro volti quando Francesco Totti, dopo aver realizzato il momentaneo pareggio, tornava a centrocampo sfogando tutta la sua carica. Difficile scegliere di Roma-Cagliari 2-4 la cosa peggiore: la papera di Goicoechea, i tacchi di Lamela, le inutili rovesciate di Osvaldo, il terrore di Dodò, gli errori di Burdisso e quelli di Tachtsidis, i cori dei tifosi sardi (cinquanta al massimo) che ricordavano la vittoria a tavolino della partita, mai giocata, all’andata. Oppure la faccia di Zeman, che lascia per ultimo il campo sommerso dai fischi e che è stato incapace – lui come la dirigenza tutta – di far sì che la squadra si mettesse alle spalle una settimana da incubo e ripartisse contro un avversario non irresistibile.

La squadra di Pulga umilia la Roma che fin dal primo minuto entra in campo nelle peggiori condizioni possibili. I giocatori sbagliano tutto, le gambe non girano e dopo 2’ il Cagliari va in vantaggio: Sau parte in posizione regolare, si fa tutta la fascia destra e mette in mezzo un pallone che Nainggolan dal centro dell’area, anticipando Tachtsidis,scarica in rete con un destro di prima intenzione che va a finire sotto la traversa. Al 16’ la reazione della Roma: pallone conquistato sulla trequarti da Lamela, scatto fulmineo e sinistro che la difesa del Cagliari respinge mandando il il pallone in angolo. La partita la fa la Roma, la squadra di Pulga si difende e agisce di rimessa come al 20’ quando Sau si fa tutto il campo, prendendo il tempo a Dodò, e solo davanti a Goicoechea sfiora il palo alla destra del portiere uruguagio. La Roma si spaventa ma continua ad insistere e al 26’ chiede un rigore per un fallo di Ibarbo su Tachtsidis che Romeo però non condece facendo cenno di proseguire. A ridare vita alla Roma, almeno per qualche minuto, ci pensa allora (ancora una volta, l’ennesima volta…) Francesco Totti che dal vertice sinistro dell’area batte Agazzi su punizione, conquistata da Dodò, approfittando di un errore della barriera del Cagliari che si sposta lasciando passare il pallone che inganna Agazzi. Per il Capitano, osannato dall’Olimpico, è l’ottavo gol stagionale in 21 partite. Il gol dà coraggio a tutti soprattutto a Dodò che a 10’ dal termine prova un sinistro in corsa che si perde sul fondo ma che, fino a quel momento, è la cosa migliore della sua serata. Il primo tempo si conclude senza ulteriori guizzi e quando Romeo decreta la fine dagli spalti. piovono fischi.

Si rientra in campo nell’indifferenza generale ma al primo minuto succede il dramma: cross di Avelar dalla linea di fondo, Goicoechea blocca il pallone che poi, incredibilmente, gli scivola dalle mani e finisce in porta per uno degli autogol più clamorosi della storia del calcio, quantomeno romanista. La squadra di Zeman va in bambola e al 6’ deve ringraziare Sau che, scattato ancora una volta in posizione regolare, si divora un gol solo davanti al portiere. Sul successivo angolo è Daniele Conti, di testa, a sfiorare il palo. All’8’ il Cagliari fa il tris: Ibarbo crossa (Dodò non lo contrasta), Sau salta in testa a Piris e batte facile facile Goicoechea. La Roma prova a reagire, Totti scarica un destro che Agazzi manda in angolo e Zeman toglie Tachtsidis e Florenzi per De Rossi e Marquinho. La mossa non dà effetti perché la Roma in campo non c’è più e al 25’ non arriva il quarto gol del Cagliari solo perché il palo salva Goicoechea su un tiro di Thiago Ribeiro dal limite dell’area. Il palo ci prova di nuovo a salvare la Roma, tiro ancora di Thiago Ribeiro, ma stavolta Pisano si fa trovare pronto e, solo soletto, da dentro l’area realizza il poker. La Roma è sotto shock: annullato un gol a Lamela in fuorigioco, Piris solo davanti a Agazzi manda alto ma i minuti che mancano al 90’ sono ormai un’agonia. La Sud alterna momenti di silenzio a fischi e a cori contro tutti, dai giocatori ai dirigenti fino all’allenatore, il Cagliari controlla agevolmente, la Roma non c’è. E i cinque minuti di recupero concessi da Romeo sono la degna conclusione di una serata da incubo. Anzi no, c’è il 2-4 di Marquinho buono solo per il tabellino e il coro finale «Goicoechea facci un gol».

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