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IL ROMANISTA L’unica certezza è Stekelenburg

Stekelenburg

(D.Galli) – Tre ipotesi di modulo, confidando sul fatto che cambiando l’ordine degli addendi il risultato per una volta cambi. Andreazzoli non stravolgerà la rosa, i nomi dei titolari sono sempre quelli. Tranne un paio d’eccezioni. Una è Tachtsidis, che in ogni caso avrebbe saltato la Samp per squalifica, l’altra è Stekelenburg. Sfiduciato lo Zeman 2, il governo tecnico di Andreazzoli punta su un olandese per il Ministero della Difesa. Tassello numero uno. Il portiere. La Roma volta pagina. Si torna al passato, alla logica, a Stekelenburg tra i pali. Dopo la disfatta col Cagliari Goicoechea era distrutto. Colpa di una pressione esagerata alla quale è stato sottoposto negli ultimi tempi, una pressione che proprio Stekelenburg aveva tentato invano di alleggerirgli alla vigilia della partita con i sardi. Durante il riscaldamento gli era andato vicino e gli aveva fatto un in bocca al lupo. Tra i due c’è sempre stata concorrenza, mai odio. Si erano spiegati anche dopo che Maarten se ne era uscito contestando platealmente la strategia della società di acquistare un altro portiere, considerato che la Roma ne aveva già tre: lui, Lobont e il baby Svedkauskas«Non ce l’avevo con te, non capivo perché il club aveva avuto bisogno di prendere un quarto estremo difensore»Maarten si era scusato così con il rivale Goicoechea.

Si era scusato con Mauro, ma non con Zeman. Per il boemo c’è sempre stata antipatia, perché la parola odio è troppo forte e inappropriata. Stekelenburg ha vissuto malissimo questi mesi zemaniani. Malissimo. Da dicembre aveva preso ad allenarsi con più intensità del normale, aveva cercato di convincere Zeman a restituirgli quello che sentiva suo. Il posto da titolare. Parlando inglese (ma l’italiano lo capisce), si è fatto pochi amici. Uno è Lobont, a cui aveva tolto il posto all’Ajax. Non a caso, i due sono sempre in stanza insieme. Andreazzoli ripartirà dal numero uno. Da questo gigante che van Gaal non convoca per un’amichevole con l’Italia nemmeno ora che gli si infortuna Vorm, uno dei guardiani della porta olandese. E poi? La formazione titolare non dovrebbe essere stravolta. I titolari sono grosso modo quelli.

Tornerà nell’undici di partenza De Rossi. La Roma ha bisogno di certezze, Andreazzoli è qui per fornirle. Al momento si può riflettere su tre moduli. Il 4- 2-3-1, il 3-4-1-2 e il 4-3-2-1. 4-2-3-1 È il modulo in pole. Se non altro perché fu un’invenzione geniale, fu la migliore Roma di Spalletti, fu il Totti centravanti e Scarpa d’oro. I quattro dietro dovrebbero essere Piris, Marquinhos, Castan e Torosidis. Dodò dovrebbe sedere in panchina, Balzaretti è infortunato. I due mediani potrebbero essere Bradley e De Rossi. Lamela a destra, Pjanic al centro e Florenzi (oppure Osvaldo?) sarebbero i tre incursori dietro l’unica punta Totti. 3-4-1-2 In questo scenario, che ricalcherebbe in parte quello di Firenze in Coppa Italia (dove però è stato 3-4- 3), i tre difensori sarebbero Burdisso, Castan e Marquinhos. Gli esterni di centrocampo potrebbero essere Florenzi e Torosidis (o Piris), i centrali sarebbero Bradley e De Rossi. Sulla trequarti sarebbe più Pjanic di Lamela, la coppia d’attacco sarebbe invece più Totti-Osvaldo di Totti-Destro, naturalmente quando Mattia avrà recuperato. 4-3-2-1È l’albero di Natale. Stessa difesa del 4-2-3-1, stesso centrocampo più Florenzi, sulla trequarti Pjanic e Lamela. Con questo modulo, però, resterebbero fuori sia Osvaldo, sia Destro. Perché sì, il primo tassello della ricostruzione è il portiere. Ma ce n’è uno fondamentale. Uno senza il quale crolla tutto. Lo era con Zeman, lo è adesso. Si chiama Francesco Totti. 

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