(V. Meta) – Nonostante la neve, o forse proprio per questo. È una Roma a prova di gelo quella che torna da Bergamo con un 3-2 che fa bene al morale e alla classifica, perché se è vero che davanti non si muove niente (ma quattro su sette giocano oggi), lo è altrettanto che due vittorie di seguito mancavano dal mini filotto Siena-Fiorentina di due mesi fa. Se poi si aggiungono Totti e De Rossi squalificati, le pessime condizioni del terreno di gioco, l’abbondante nevicata che ha imbiancato il prato dell’Azzurri d’Italia fresco di rizollatura e i gol dei nerazzurri arrivati nei momenti peggiori (alla prima occasione della partita e a pochi istanti dall’intervallo), allora assume tutt’altra rilevanza quella che in condizioni normali sarebbe una trasferta difficile e basta. Andreazzoli ha avuto le risposte che voleva, se non completamente in termini di gioco (la difesa non è sembrata solidissima), di certo sul piano del carattere, perché non era da tutti andare in svantaggio, rimontare e subire il 2-2 a trenta secondi dalla fine del primo tempo e con il campo ridotto a una pista per lo sci di fondo, e poi tornare a casa con tre punti.
Il tecnico conferma il modulo con il doppio trequartista dietro all’unica punta Osvaldo (in dubbio fino all’ultimo per un risentimento muscolare accusato nel riscaldamento), preferendo però Marquinho a Florenzi al posto dello squalificato Totti. Centrocampo da neve con due terzini sugli esterni (Torosidis e Balzaretti) e Bradley accanto a Pjanic. Proprio il bosniaco è il cervello della Roma per tutto il primo tempo: è lui a mettere ordine contro l’arcigna mediana predisposta da Colantuono, sempre lui a entrare in tutte le occasioni pericolose dei giallorossi.
Solo che in avvio sembra essere l’unico a ragionare, perché la Roma fatica a indovinare tre passaggi di fila e viene punita dopo otto minuti da un disimpegno imperfetto sulla trequarti con palla che arriva a Bonaventura, stop e conclusione con il destro che finirebbe clamorosamente fuori, se alle spalle di Marquinhos non sbucasse Livaja, destro in anticipo sul difensore e prima rete in A per il centravanti croato arrivato a gennaio dall’Inter. Il vantaggio non dura neanche cinque minuti, perché al 12’ Marquinho si inventa quello che da lui nessuno si aspetta: controllo sulla trequarti di destra, due passi e un avversario saltato, sinistro sul secondo palo con Consigli piantato sul primo e 1-1. Nel frattempo la nevicata s’infittisce, ma sembra propiziare lo spettacolo anziché ostacolarlo: minuto 17, Pjanicpesca profondo Osvaldo, due avversari saltati e palla sul fondo.
La Roma guadagna metri e al 34’ va a battere un calcio di punizione in lunetta per un fallo di Stendardo su Osvaldo. Pjanic dà un’occhiata a Consigli e sa che non ci sarà neanche bisogno di perdere troppo tempo a prendere la mira: rincorsa breve e destro a giro, barriera scavalcata e l’ex nuovo Buffon che non vede partire la palla, ma nel dubbio fa un passo nella direzione opposta. Terza rete in campionato per il bosniaco, degno sigillo su un primo tempo a tratti sontuoso, peccato soltanto che dopo dieci minuti i giallorossi si facciano nuovamente raggiungere da Livaja, che si libera (con una spinta) di Torosidis e mette in rete con un sinistro al volo. Considerando che mancano venti secondi all’intervallo, la mazzata è di quelle che si sentono. Invece dagli spogliatoi torna in campo una Roma più convinta, che dopo un quarto d’ora Andreazzoli ridisegna cambiando sistema con l’inserimento di Perrotta, che va a fare l’incursore nel 4-2-3-1 e al 18’ mette dentro una gran palla per Torosidis, sul cui cross Consigli si fa trovare pronto. Per il greco è la prova generale del momento di gloria che arriva sei minuti dopo, quando il lancio di Bradley è perfetto per il suo colpo di testa, palla sul secondo palo che Consigli può solo sfiorare e 3-2. Cominciano venti minuti di resistenza più recupero, a centrocampo diventa una battaglia che non risparmia colpi, però alla fine è la Roma a rimanere in piedi. Malgrado la neve, anzi proprio per questo.