(G. Giubilo) – Le aveva sperimentate tutte, la Roma, le avventure simili agli sport estremi, dalla pallanuoto di Parma e del derby, al porto delle nebbie di Verona, mancava soltanto l’hockey su ghiaccio. Ma stavolta Andreazzoli e i suoi fedeli discepoli sono stati più forti dei capricci meteorologici, la vittoria di Bergamo ha dato un seguito incoraggiante all’impresa ai danni della capolista. Non si muove in modo significativo la classifica, però i segnali sono più che positivi.
L’abbraccio corale a fine partita fra tutti gli interpreti, panchina compresa, testimonia una ritrovata unità di intenti, quelli che l’era dell’utopia aveva cancellato, almeno adesso ci credono tutti, su un campo impossibile cuore e grinta hanno portato tre punti fondamentali. Che la palma del migliore sia toccata a Miralem Pjanic, uno dei primi emarginati di Zeman, non è occasionale.
Nel pomeriggio reso complesso dalle assenze di Totti e De Rossi, il tecnico giallorosso ha avuto le risposte adeguate, si può guardare avanti con fiducia e, soprattutto, con quella serenità che era stata il punto di forza della gestione Spalletti e che da tempo era andata smarrita. (…)