(A. Austini) – Dare un senso al futuro a prescindere dallo sceicco. Come? Concentrandosi sul presente. La Roma è scossa dal tormentone societario e prova a ripararsi dentro Trigoria. Al di là dell’esito della trattativa tra gli americani e Al Qaddumi, che si chiuderà in un senso o nell’altro in sedici giorni al massimo, ora bisogna mantenere la squadra «sul pezzo». Per questo i dirigenti, in colloqui singoli, stanno tranquillizzando i giocatori. «Pensate al campo, del resto si sta occupando Pallotta in America» è il messaggio da iniettare nella testa del gruppo, per non disperdere l’effetto positivo delle ultime due vittorie.
Ogni distrazione è vietata, in dodici partite di campionato, più la Coppa Italia, la Roma si gioca l’Europa. I risultati possono ancora cambiare il bilancio finale e saranno decisivi anche per Andreazzoli. Il tecnico è sotto studio e potrebbe strappare la conferma in caso di un finale di stagione positivo: ecco l’altro concetto da trasmettere ai giocatori per mantenere alta la concentrazione. Non li sta guidando un traghettatore ma il potenziale allenatore del prossimo anno.
Intanto la questione societaria ha vissuto una giornata di stallo, a parte le dichiarazioni del presunto portavoce dello sceicco Gigi Moncalvo, secondo il quale «non c’è più la volontà del venditore – ha detto a Radio Manà Manà – di chiudere l’affare». Nessuna replica da Trigoria, eventualmente sarà Pallotta a rispondere. Ma la posizione del presidente è di attendismo. Come scritto nel comunicato di domenica notte, lo stato della trattativa è molto chiaro: se entro il 14 marzo arrivano i soldi, Al Qaddumi entrerà nel consorzio americano che guida indirettamente il club, lasciando comunque il controllo all’attuale presidente. Altrimenti non se ne farà nulla e la ricerca di partner continuerà su altre piste. Pallotta si fida delle informazioni raccolte ad altissimi livelli sullo sceicco, Pannes mantiene aperti i contatti, a Trigoria aspettano notizie da Boston. Idem nella sede di Unicredit: la banca resta defilata, per non dire scettica, e conta di ricevere notizie più chiare nel prossimo cda della Roma.
Al Qaddumi è rimasto in Italia: ieri non è salito su un aereo ma su un treno diretto a Milano, dove risultano presenti alcune società a lui intestate. Lo sceicco è convinto di farcela entro un paio o di giorni e comunque versare i 50 milioni promessi entro la scadenza del 14 marzo. L’attesa del mondo romanista si fa snervante. «Non ho notizie dirette – ha spiegato ieri il sindaco Alemanno – riguardanti cambi di proprietà o altre cose. Mi informerò nei prossimi giorni, è difficile farsi un’idea perché ci sono molti aspetti su cui si stanno facendo verifiche e accertamenti (Procura e Consob indagano, ndr), fermo restando che queste sono libere decisioni della società e noi non possiamo influire».
Discorso diverso sullo stadio, nel quale il peso della politica sarà determinante. «La situazione sta andando avanti – conferma Alemanno – dopo la firma del protocollo stanno ora lavorando i progettisti. Nel giro di un paio di mesi si potrà vedere anche un primo modello dello stadio proprio per dimostrare che non era un fuoco d’artificio». La Roma lavora per presentare il progetto entro l’estate, quando Alemanno saprà se il Campidoglio è ancora suo. E Pallotta avrà scoperto se lo sceicco è un socio affidabile o una bufala.