(E. Gamba/M. Pinci) – È dal 2004 che la Roma non batte la Juventus all’Olimpico. Da allora, ha addirittura perso sei volte su otto, malgrado negli anni dopo Calciopoli sia spesso stata una squadra più forte. Se dunque i giallorossi soffrivano un complesso bianconero anche quando le cose funzionavano, cosa può succedere adesso che arrivano alla sfida con i più forti senza quasi rendersene conto, distratti dai calci all’auto di Osvaldo e dalle contestazioni alla dirigenza?
«Per loro, è la partita giusta al momento giusto. L’organico è da scudetto e di Andreazzoli mi parlano tutti bene» sostiene Antonio Conte, intimamente convinto che per lui questa sia invece la partita sbagliata al momento sbagliato. «Sapete che avrei preferito giocare domenica sera. Siamo stanchi ma con il morale alle stelle, mi auguro soltanto che gli elogi non ci appesantiscano ». Talvolta, in effetti, la Juve ha faticato a smaltire le sbornie europee. «Ma a Glasgow abbiamo passato un grande esame di maturità. Potevamo prendere un’imbarcata e invece abbiamo reagito come nemmeno certe Juventus in cui giocavo io. In Italia ormai ci prendono tutti ad esempio, in Europa siamo un outsider che può dare fastidio». Troppi elogi: sono problemi che per la Roma non si pongono.
A Trigoria il tarlo è la depressione, non l’euforia. La rabbia, non la speranza. Il caos, prima di tutto. «Essere contestato con uova e calci alla macchina non è una cosa bella, fossi un giocatore importante andrei altrove, non alla Roma», è la conclusione di Andreazzoli, con tanti saluti alla politica di respiro internazionale sognata dalla società, invece ancora prigioniera del Raccordo Anulare. E se ciò non bastasse a incupire un pubblico inferocito ma pronto a presentarsi in massa – oltre 50 mila tifosi – all’Olimpico, il n e o tecnico, forse disorientato dalla ribalta della panchina, rincara la dose: «L’occasione è grande e non la mancheremo. Ma vedere giocare la Juventus è un godimento ». Altro che la crociata di Zeman contro il Grande Nemico: in fondo, cacciando il boemo la Roma voleva altro. E pazienza se prima di affidarsi “temporaneamente” ad Andreazzoli avesse sondato più d’un candidato (ultimo a confermare di aver ricevuto un’offerta il cileno Pellegrini).
Ora tocca all’ex collaboatore di Spalletti uscirne: anche dalle polemiche del rigore scippato da Osvaldo – che nonostante un fastidio al ginocchio dovrebbe giocare – a Totti: «Le cose sono diverse da come vengono riportate in modo cattivo, per disturbare » . Dovrà augurarsi che disturbi non ne crei la fragilissima difesa a tre romanista, cui la Juventus oppone l’attaccante del momento, Matri. Con lui ci sarà Vucinic, a meno che Conte non lo scopra stanco preferendogli Giovinco. Sulla sinistra torna Asamoah, Pogba rimpiazza lo squalificato Marchisio.