(G. Foschini) – Ci sono duecento tra computer e telefoni che potrebbero raccontare le ultime verità su come gli Zingari abbiano fatto a truccare partite del campionati di serie A dal 2009 al 2011. Soprattutto, «quei quattro sfigati» di cui parlavano i vertici del calcio italiano dopo i primi arresti sono diventati un po’ più di quattro. E non sembrano esattamente degli sfigati: nell’inchiesta sul calcioscommesse entrano per la prima volta dirigenti e tecnici delle squadre di A con l’accusa di aver collaborato (e guadagnato) con l’associazione, truccando almeno 40 partite.
Lo scrive la procura di Cremona nella nuova richiesta di proroga delle indagini preliminari notificata nei giorni scorsi a 44 indagati. Un documento che testimonia come le indagini non siano affatto finite. E come, nonostante l’indifferenza della Federcalcio, sul tavolo dei magistrati siano finite nuove telefonate, nomi, cognomi e tabulati che rischiano di inchiodare definitivamente le persone già coinvolte nell’inchiesta (tra le quali Stefano Mauri, arrestato a giugno e per il quale non è cominciata nemmeno l’inchiesta sportiva) ma soprattutto di allargare notevolmente il giro. «Si indaga – scrive il procuratore Roberto Di Martino – sulla manipolazione di almeno 40 partite. Gli indagati sono oltre 150. Le indagini sono ampiamente in corso e, in particolare, è in corso di valutazione l’esito della rogatoria ungherese che dovrà essere integrata con la richiesta di nuove attività. Ed è in corso una rogatoria in Svizzera ».
I due atti servono per capire cosa è accaduto in Lazio-Genoa e Lecce-Lazio dove i magistrati sono convinti che Zingari e Ungheresi presero accordi con i giocatori, partendo dal capitano della Lazio, Stefano Mauri, perché si verificasse l’over (come poi effettivamente accadde). Per dimostrarlo verranno analizzate «circa 200 apparecchiature informatiche nella disponibilità degli indagati » e «sono in corso accertamenti fondamentali sui tabulati ». Fin qui, gli atti necessari per sostenere le attuali accuse. Ma c’è di più. «Sono avvenute recentemente– dice Di Martino – delle ulteriori nuove iscrizioni. È ancora in corso di identificazione un personaggio che teneva i contatti tra il sodalizio e dirigenti e tecnici delle squadre di serie A e che pretendeva per le sue prestazioni somme dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro a partita».
È il mister X. Anzi i due mister X che ormai gli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia hanno individuato: sono gli uomini di cui ha parlato Erodiani ai magistrati, di cui ha raccontato il latitante Ilievsky a Repubblica e che è stato riconosciuto da Gecic in carcere a Cremona. I due avevano contatti con i giocatori e con i dirigenti e presidenti (questa una novità importante) di parecchie squadre di serie A. Lavoravano come allibratori (piazzavano per conto loro le scommesse) e in cambio rivendevano su piazza le informazioni dietro pagamenti in contanti di centinaia di migliaia di euro. I nomi sono sulla scrivania dei magistrati. Da qualche giorno ci sono anche i loro tabulati telefonici degli ultimi due anni, con i nomi di tutte le persone con cui hanno avuto rapporti. Tanti, soprattutto nel weekend.