(F. Ferrazza) – Alla fitta rete di eventi, più o meno chiari, registrati negli ultimi giorni intorno alla Roma, si sarebbe volentieri fatto a meno della reazione indispettita dello sceicco Al Qaddumi. «La mia famiglia è stata sbattuta in prima pagina senza un rispetto che io al contrario pratico nei confronti di tutti».
Come se non bastassero le tante perplessità emerse nelle ultime ore sul conto dell’aspirante socio di Pallotta (dall’inchiesta della Procura sulle anomale oscillazioni del titolo giallorosso in Borsa alle perplessità della Consob) ci si è messo anche il suo portavoce ufficiale a gettare ombre sull’intera vicenda. Il giornalista Luigi Moncalvo, ex direttore della Padania, non amato dai romanisti per un articolo che fece il suo giornale leghista nel 2002, in cui si definivano i sostenitori giallorossi «Fannulloni e burini ». «Se tutto dovesse saltare — mette le mani avanti il portavoce a Radiomanamana — Adnan mostrerà le carte per dimostrare chi ha sbagliato e giocato in questa trattativa. Lui vuole andare avanti, ma bisogna controllare le condizioni. Sono pessimista sull’esito positivo del 14 marzo (ultimatum fatto dalla Roma ndr), non c’è più la volontà del venditore di vendere».
Non c’è più? La trattativa rischia di trasformarsi in uno scontro a suon di carte legali? Baldini o la proprietà americana dovrebbero a questo punto dire la loro (i dirigenti ieri a Trigoria hanno comunque rassicurato i giocatori sul futuro della società).
Intanto, il sindaco Alemanno sulla questione stadio dice: «Nel giro di due mesi avremo il primo progetto». Meglio per ora pensare al campo, sul quale la squadra è tornata a lavorare ieri pomeriggio per preparare la gara con il Genoa, nella quale Andrezzoli riavrà a disposizione Totti e De Rossi.