(M. Pinci) – L’ultima rivoluzione ha il sapore della restaurazione. «Il sistema di gioco non conta, contano al cento per cento i giocatori». la voce di Aurelio Andreazzoli non lascia dubbi, con tanti saluti agli “ismi” dell’ultimo biennio, dal Luisenriquismo fino allo zemanismo degli ultimi mesi.
Inevitabile allora che nelle classifiche di gradimento di Trigoria precipitino le posizioni dei più “zemaniani” del gruppo: che fine faranno Mauro Goicoechea e Panagiotis Tachtsidis? Il portiere uruguaiano che con la gaffe di venerdì ha di fatto sancito l’esonero del proprio mentore, è già retrocesso da primo a terzo nelle gerarchie. Scavalcato daStekelenburg — che magari smetterà di rimpiangere il mancato trasferimento al Fulham — e persino da Lobont.
Lui almeno gli mostra empatia: «Dispiace per Mauro, ma avrà la forza per passare questo momento ». E chissà che momento sta vivendoTachtsidis: «Farò di lui un campione», giurava Zeman a Sabatini per convincerlo ad acquistarlo. Non ne ha avuto il tempo, esponendolo a piogge di fischi: ma se il boemo credeva in lui al punto da demolire minutaggio e umore di un campione del mondo, Andreazzoli restituirà a Daniele De Rossi il ruolo di fulcro della squadra. Condannando il greco a fargli da ombra. Il centrocampista di Ostia inizierà però a seguire la nuova guida soltanto da oggi, una volta tornato dalla nazionale. Il “ritardo” non gli impedirà comunque di riprendersi lo spazio perso nel 4-3-3 di Zeman. In fondo, «Sono i giocatori che determinano la fortuna di un modulo». Parola di Andreazzoli. Lunga udienza ieri davanti al Tar della Sardegna per la legittimità del rinvio — che aveva portato lo 0-3 a tavolino — di Cagliari- Roma: sentenza entro 30 giorni, l’Alta Corte del Coni l’attende per esprimersi sul verdetto del giudice sportivo.