(M. Pinci) – La Roma non ha pace. In campo la squadra è ferma a due punti appena in un 2013 in cui nessuno, in serie A, ha fatto peggio di lei: ferita dall’esonero doloroso di Zdenek Zeman e lacerata da giornate intere vissute da prigioniera all’interno delle proprie mura, sotto assedio da parte dei suoi stessi tifosi.
Anche ieri fuori dai cancelli di Trigoria sono comparsi una ventina di supporters, mossi esclusivamente dalla volontà di esprimere il proprio dissenso verso la gestione societaria. Contestazione, che con l’eccezione di lunedì va avanti fin da sabato mattina, singolare per continuità e fin troppo sistematica nello scegliere i propri bersagli: l’indice è rivolto soprattutto verso il duopolio Baldini-Sabatini, soltanto poche settimane fa acclamati, oggi invisi almeno a quelle frange arrivate fino a Piazzale Dino Viola per farsi sentire.
E domani, all’Olimpico, il dissenso potrebbe manifestarsi in una forte contestazione allo stadio. Tra striscioni contro il ds, e quelli rivolti alla squadra (i classici “Onorate la maglia” e “Fuori le p…”) l’unico a salvarsi è il capitano: “Totti nun se tocca”. E proprio Totti, ieri, si è schierato contro i sussurri su un rimprovero di Andreazzoli ai suoi danni per il rigore di Osvaldo, ieri di nuovo pesantemente attaccato dai tifosi: «Mai stato richiamato individualmente – giura sul proprio sito – c’è una gara importante, giù le mani dalla mia, nostra e vostra Roma».