(M.Pinci) – Uno scandalo dimenticato, un processo sparito. Rimandato, chissà, all’estate. Mentre il mondo dello sport internazionale e l’Europol puntano l’attenzione sulla portata del calcio scommesse,l’Italia – da almeno due anni epicentro del sisma – abbassa la guardia. Gare truccate, campionati falsati, traffici internazionali: una vergogna conclamata ma su cui sembra in corso una sorta di amnistia strisciante, sotto forma di sconti di pena e processi pachidermici, complici le istituzioni sportive. Da almeno dodici mesi, soltanto per citare il più grottesco degli esempi, una pagina dell’inchiesta di Cremona è aperta sulle scrivanie della procura Federale: le testimonianze su Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 e Lecce-Lazio della settimana successiva chiamano in causa il laziale Mauri e l’ex capitano genoano Milanetto, solo per citare i più noti. Eppure non è abbastanza perché la giustizia sportiva chiarisca la loro posizione, come sarebbe interesse degli stessi giocatori, che si proclamano innocenti ma sono periodicamente investiti dai sospetti. Di processo si parlerà a campionato finito, forse a giugno, chiusa l’inchiesta penale. “Vietato interferire con il campionato”, è la linea di pensiero che regna attualmente in Lega Calcio, confortata anche dalla sentenza sul Napoli, che ha restituito al club i 2 punti di penalizzazione e i giocatori squalificati.
I vertici del calcio evocavano all’indomani dell’esplosione del bubbone “tolleranza zero e tempi rapidi”, su tutti il presidente federale Abete. Poche ore fa il presidente del Cio Bach ha chiesto “sanzioni drastiche”, ma il sistema giuridico-sportivo italiano sembra marciare nel senso opposto: in serie A e B giocano calciatori che hanno diviso bottini per gare vendute, e soltanto nell’ultimo anno lo “scontificio” del Tnas del Coni ha alleggerito le pene per 271 mesi complessivi rispetto alle sentenze della Corte di Giustizia. Revisionando, senza cambiare i regolamenti, anche la responsabilità oggettiva: esempio più rumoroso l’Albinoleffe (curato dal legale Chiacchio), passato da una richiesta di 27 punti di penalizzazione alla pena finale di 5: un tribunale più redditizio di un buon centravanti. Su 61 condanne in appello, solo 5 le pene confermate in arbitrato: tutte revisionate le altre. Per le ultime, decisiva la definizione di “inattendibilità” del pentito Gervasoni su cui si è espresso il Tnas. La stessa che adesso fa sperare Mauri: “Nessun dubbio sulla sua innocenza, aspettiamo gli eventi”, tuona l’avvocato. Dovranno attendere ancora molto.