ROMA – E’ uno dei giocatori più vicini ad Aurelio Andreazzoli, Rodrigo Taddei, che spiega le qualità del nuovo tecnico: “Conosco Andreazzoli da 8 anni, siamo arrivati a Roma insieme. Ha un ottimo dialogo con i giocatori e sono convinto che farà sentire tutti importanti, sia chi giocherà sia chi andrà in panchina”. Andreazzoli è chiamato a voltare pagina dopo la controversa gestione Zeman. Con il boemo Taddei non ha avuto molte occasioni di mettersi in mostra: “Avevo iniziato a trovare spazio, poi ho subito un infortunio che mi ha fermato e quando sono rientrato avevo un compagno davanti che stava facendo bene. Non ho nessun rimpianto, il mister deve fare le sue scelte, io mi sono sempre allenato aspettando la mia opportunità”.
Secondo Taddei non si può dire che a Zeman “è mancato qualcosa, quando non ci sono i risultati l’allenatore viene sempre penalizzato. Noi ci abbiamo messo del nostro perchè possiamo fare meglio e adesso dobbiamo cercare di migliorare e risalire in classifica, a partire da domenica contro la Sampdoria“. Circa Andreazzoli, era il tattico di Luciano Spalletti quando inventò il 4-2-3-1 con Totti centravanti facendo della Roma una squadra spettacolare. “Con quel modulo la Roma ha espresso qualità e velocità ma c’erano giocatori con altre caratteristiche e con altri ruoli. Non è importante il modulo, la scelta spetta al mister e noi dobbiamo solo pensare ad impegnarci al massimo per portare le vittorie a casa”.
Proprio ad Andreazzoli, Taddei ha dedicato il suo famoso dribbling ribattezzato “Aurelio”. “La finta è una storia nata negli allenamenti. Rispetto agli altri compagni in allenamento provo la cosa più difficile, poi in partita cerco di essere concreto. Il mister mi vedeva farla bene negli allenamenti e mi ha spinto sempre a provarla in partita perchè mi veniva bene. Ci ho provato con l’Olympiacos in Champions ed è andata bene”
Fonte: Repubblica.it