(L. Serafini) – L’esonero di Zeman matura negli uffici dello Studio Tonucci, a due passi da Piazza del Popolo, dove i dirigenti della Roma si trincerano dalle 10 del mattino. Col passare delle ore cresce il tam tam radiofonico e l’attesa per le sorti del tecnico giallorosso. Alle orde di macchine dei giornalisti si aggiungono quelle dei tifosi. La presenza dei giornalisti diventa un’occasione ghiotta, tanto da trasformare i collegamenti in diretta degli inviati delle radio locali in un megafono, involontario, per i soliti luoghi comuni utilizzati per criticare la nuova gestione societaria. “Via i “laziali da Trigoria”, urla qualche tifoso nel microfono.
Qualcuno in modo grottesco prova a imporre ai cronisti le proprie verità alternative: “Dovete dire le cose come stanno, è una società in mano alle banche. Dovete dirlo!”. Nel frattempo arriva la notizia: il 10 febbraio, contro la Sampdoria, non ci sarà Zdenék Zeman sulla panchina giallorossa, ma Aurelio Andreazzoli. Gli animi si scaldano quando la responsabile della comunicazione della Roma, annunciando l’arrivo di Baldini, è investita dalle grida di un tifoso quasi in lacrime: “Si può avere anche un romanista in società? Avete cacciato l’unico uomo serio del calcio italiano”.
Mentre a pochi metri dallo Studio Tonucci inizia il Carnevale di Roma, i dirigenti giallorossi provano a sfilare tra giornalisti e tifosi. Qualcuno decide di indossare la maschera del paladino del romanismo, spiegando a Baldini i motivi di tanto malessere: “Lei capisce l’orgoglio di un tifoso della Roma, che non può avere un direttore sportivo che ammette in conferenza stampa di essere un tifoso della Lazio?”. Il dg giallorosso è quasi incredulo: “Ma è un professionista…”. Più netto Mauro Baldissoni, che pur richiamato alla calma dal nuovo ad Zanzi, replica: “Spengi la radio e accendi il cervello”. Prova a fare chiarezza Sabatini, visibilmente provato dalla lunga riunione e dal diverbio con i tifosi: “Io sto soffrendo quanto la Roma”.
A rendere ancor più paradossale la situazione, una coppia di coniugi giunta sul posto per insultare i dirigenti della Roma. Prima di essere prelevati dall’auto societaria, arriva la promessa di Sabatini ai tifosi: “Io sto malissimo per questa situazione. Questa stagione non finirà cosi. Zeman è stato sfortunato ma vedrete che questa storia non finirà cosi”. Mentre su via Principessa Clotilde torna la calma, radio locali e social network sono oggetto delle reazioni dei tifosi. C’è chi chiama per sostenere l’operato della società attraverso sillogismi calcistici “Non capisco chi accusa la dirigenza di essere laziale e difende Zeman… laziale anche lui”, e chi invece non ha dubbi: “Zeman paga per tutti, è un martire”.
Su Twitter i cinguettii dei tifosi italiani sono tutti per il boemo, tra ironie, cattiverie e polemiche. C’è chi pensa al proprio portafogli: “Oggi è finita l’era dell’Over 3,5 nelle schedine. Addio #Zeman ci mancherai”; chi rievoca le vecchie battaglie del boemo per fare un po’ di ironia: “Esonerato #Zeman, #Moggi dichiara: “Non sono stato io, ho un alibi di ferro”; qualcuno pensa al presente evocando una simpatica “Andreazzoliland”, qualcun altro al futuro e propone il comandante della Concordia “Schettino come traghettatore”.
Meno ironico e decisamente più dispiaciuto l’attore Massimo Ghini: “Purtroppo finisce in maniera dolorosa, ma non condivido l’atteggiamento aggressivo di alcuni tifosi nei confronti della dirigenza. Da tifoso soffro molto quando vedo questi comportamenti. Siamo alla farsa tragica, a che serve? Adesso – continua Ghini devo sperare che con l’addio di Zeman si risolvano i problemi, ma ho i miei dubbi”. Ha le idee più chiare la cantante Tosca: “Sono dispiaciuta da quello che vedo, preferivo la Roma dei Sensi, più artigianale e con più cuore, ora vedo molta “industria”. Il Berlusconismo sta rovinando il calcio italiano, e questo “milanismo” della società mi preoccupa”.
Anche Roberto Ciufoli auspica un ritorno al passato: “Ho un’idea del calcio all’antica, mi piacerebbe iniziare e finire con lo stesso allenatore. Credevo in Zeman e nel suo gioco, mi rendo conto che ha delle responsabilità, soprattutto per alcune scelte decisamente discutibili”. Come in ogni carnevale che si rispetti, il mito viene rovesciato: anche quello di Zeman.