(G.Foschini/M.Mensurati) – A Cremona Carlo Gervasoni, il pentito della più imponente inchiesta europea sul calcioscommesse, ha (se possibile) ancora più incrinato la credibilità della serie A dando — per dirla con un importante investigatore — «ulteriori conferme che il campionato di due anni fa è stato alterato». All’Aja il direttore di Europol, l’agenzia di contrasto alla criminalità dell’Unione europea, parlava «del giorno più triste del calcio» snocciolando i dati delle inchieste condotte sul calcioscommesse nell’ultimo anno e mezzo. Il tutto mentre in Italia i processi sportivi sono fermi: «Attendiamo dalla Ue i nomi e cognomi» ha detto ieri il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. Forse Abete non lo sa ma quei nomi ce li ha già. Da un anno. E non ha fatto nulla. Nemmeno un deferimento.
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L’Europol parla infatti di Lecce- Lazio, del maggio 2011, gara oggetto dell’inchiesta di Cremona anche grazie agli atti ricevuti da Bruxelles.Quelle carte sono state trasmesse in estate al procuratore Palazzi che però le ha tenute nel cassetto. «La scommessa era che durante la partita avrebbero fatto più di 4 gol. Dopo il primo tempo, se mi ricordo bene, il risultato era 2-2; poi, dopo l’intervallo sono capitati subito un rigore e un’espulsione nella squadra del Lecce. Il rigore è stato segnato e la Lazio vinceva 3-2. Così il risultato della scommessa era già fatto» ha raccontato agli uomini dell’Europol il pentito Gabor Hovath. Per poi spiegare meglio: «So che i giocatori di entrambe le squadre sapevano della manipolazione.Anzi, Lazar ha nominato anche capi dei club». Che, spiegava il gip Guido Salvini, «altri non possono essere che i dirigenti delle squadre coinvolte».
Queste carte evidentemente non sono bastate alla Federcalcio. E comunque nei prossimi mesi da Cremona arriveranno nuovi atti. Carlo Gervasoni, l’ex difensore usato dagli Zingari per avvicinare calciatori e comprare partite, ha raccontato ieri al procuratore Di Martino nuovi particolari sul suo “lavoro”. Confermando l’alterazione di Lecce-Lazio ma anche di Lazio-Genoa. «Ho ricevuto da Ilievsky e Gecic soldi per quelle partite — ha detto in sintesi — come accadeva quando le combine andavano a buon fine». Per quelle gare nel giugno scorso fu arrestato Stefano Mauri, capitano della Lazio, che al momento non è nemmeno stato deferito dalla giustizia sportiva. Quella penale avrebbe però ottenuto nuove conferme sulla sua posizione.
Lecce-Lazio è l’unica partita italiana finita nel dossier dell’Europol perché è la sola gestita da quella banda di ungheresi oggetto dell’indagine dell’Agenzia. L’Italia inizialmente era fuori dal progetto di coordinamento che riguardava invece le polizie di Germania, Finlandia, Ungheria, Austria e Slovenia. Ciò nonostante gli uomini dello Sco (il Servizio centrale operativo della Polizia) sono stati i più bravi tanto da ordinare per primi la cattura di Tan Set Eng, detto Den, (ancora latitante però) il capo del calcioscommesse mondiale. E delineando due anni fa, nell’ordinanza del gip Guido Salvini, la stessa banda di criminali internazionale di cui parla oggi l’Europol. «Le partite sospette sono 380 — dice Rob Wainwright, il capo dell’agenzia — i paesi con più combine Turchia (79) e Germania (70)». Ci sono gare internazionali: dall’ormai mitologica Togo-Bahrein con i trafficanti di calcio che sostituiscono la nazionale del Togo con 11 attori per ottenere la vittoria degli avversari, agli arbitri ungheresi corrotti che regalavano rigori (7 su 7 gol segnati in un triangolare tra nazionali), 13 minuti di recupero pur di fare segnare una squadra (Argentina- Bolivia) o alle squadre dell’est che vendevano over nei preliminari delle competizioni europee, Champions compresa.