Una Juventus lanciatissima contro una Roma ridotta ai minimi termini e per di più senza più il “nemico” Zdenek Zeman. Nonostante i 21 punti di distacco la sfida di sabato sera all’Olimpico tra le due ‘nemiche’ storiche del calcio italiano resta un evento da non perdere. Dagli anni ’80 ad oggi le sfide tra Roma e Juventus sono entrate a far parte della storia del calcio italiano.
Una delle rivalita’ calcistiche piu’ aspre della serie A e’ nata agli inizi degli anni ’80, con l’arrivo nella capitale del ‘Divino’ Falcao e poi quello a Torino di ‘Le Roi’ Platini, il gol annullato a Turone e le polemiche tra Giampiero Boniperti e Dino Viola. E’ stato un lungo amarcord che arriva fino ad oggi. Basti pensare che fu proprio la Juventus, il 12 gennaio del 1930, la prima squadra in assoluto a violare l’imbattibilita’ di Testaccio, il mitico ‘tempio’ della Roma. L’anno dopo i giallorossi si riscattarono con un clamoroso 5-0 che divenne anche un film. Nel 1936 un 3-1 della Roma in casa dei rivali interruppe la leggenda della squadra del quinquennio tricolore, mentre nel 1942 la Roma vinse lo scudetto, il primo della sua storia, ma perse contro la Juve (2-0).
Curiosamente, la storia si ripeterà nel 1983, quando i giallorossi saranno di nuovo campioni d’Italia ma perderanno all’Olimpico contro gli arci-rivali. All’inizio degli anni ’80, sotto la presidenza Dino Viola, la ‘Rometta’ diventa Roma e riesce a offuscare il blasone bianconero, ma il 10 maggio del 1981 riserva un’altra beffa alla squadra della capitale. E’ la partita, a Torino, di quei dieci centimetri di cui poi si si discuterà all’infinito, di quel gol di Turone annullato dall’arbitro Bergamo per un presunto fuorigioco. Alla Roma l’episodio costa lo scudetto, e da quel giorno la Juve diventa la nemica numero uno. C’e’ stato un prima e un dopo Turone, che contiene anche il clamoroso 5-0 bianconero del 1990, la partita della rimessa ‘invertita’ di Aldair, la madre di tutte le proteste arbitrali – quasi sempre giallorosse -. Gli anni ’90 sono quelli delle polemiche tra Sensi e Moggi-Giraudo: tutto comincio’ da Paulo Sosa e Ferrara, due acquisti giallorossi ‘scippati’ dal dg bianconero e portati alla Juve. Nel 2001, poi il terzo scudetto i giallorossi andarono a prenderselo a Torino, con una rimonta da 0-2 e gol del pari del giapponese Nakata: stavolta e’ la Juve a protestare perche’ la Federcalcio pochi giorni prima aveva cambiato la norma stranieri. La Roma sorride al ricordo del trionfo per 4-0 nel match del 2004 in cui Totti con la mano fa il gesto proprio del quattro e ‘tutti a casa’. Ma alla fine di quella stagione la Juve si prende la più crudele delle rivincite: Capello lascia Roma e va sulla panchina bianconera.
Fonte: Ansa