(S. Carina) – «Non chiedo tempo, perché non ce n’è». Entusiasta, agguerrito, pronto a stupire, magari un po’ troppo prolisso in qualche risposta ma consapevole della grande occasione che gli è capitata: è la fotografia di Aurelio Andreazzoli . Ieri il tecnico ha fatto il suo esordio in conferenza stampa: «C’è emozione senz’altro, mi è stata affidata una cosa grande. Sappiamo con il mio staff cosa e come vogliamo fare. Di obiettivi primari ne abbiamo molti, ma della classifica non parlo». Gli basta poco per dimostrare di conoscere bene Trigoria: «Ho due icone nello spogliatoio, Totti e De Rossi . Loro due sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri, dare l’esempio e muovere le chiappe prima degli altri. Sono dei monumenti, non li voglio radere al suolo ma innalzare[…]».
RISORSA Poco prima Baldini nel presentarlo lo aveva dipinto come «una risorsa per la società tanto che l’anno scorso gli abbiamo proposto un contratto di 5 stagioni, pensando che lui potesse essere la memoria della Roma. Può conservare ciò che i suoi predecessori hanno fatto: Spalletti, Ranieri, Montella, Luis Enrique e Zeman . Rappresenta un soluzione temporanea, sperando che possa essere definitiva». E Andreazzoli conferma: «In questi 8 anni questi ragazzi li ho visti decollare e precipitare. Visto che so i motivi che ci hanno fatto cadere, vogliamo lavorare su questo. L’ambizione, la voglia di vincere, non sono solo slogan. Le regole? Poche ma ferree[…]».
EREDITA’ Non lo aveva fatto nella prima intervista rilasciata a Roma Channel ma stavolta approfittando delle parole di Baldini – «Volevo ringraziare Zeman per il lavoro e la dedizione in questi mesi. Quando le cose non vanno nel modo sperato, le responsabilità sono da dividere» – che a sua volta aveva seguito la scia di Totti del giorno prima, anche Andreazzoli si accoda al ringraziamento (tiepido) al boemo. «Non sento la sua eredità ma non sono nemmeno l’anti-Zeman. Dobbiamo sfruttare ciò che ci ha lasciato come patrimonio. I ragazzi hanno chiarissimo in mente la sua eredità, sia sotto l’aspetto tattico che morale, rivolto soprattutto all’accettazione della fatica». E sul modulo: «Sceglierò undici calciatori, cercherò di metterli in campo sfruttando le loro caratteristiche migliori. Non è un problema di numeri o di collocazione, sono le caratteristiche dei calciatori che determinano il modulo[…]»
PROTESTA Intanto ieri 50-60 tifosi hanno inscenato una contestazione che ha messo nel mirino la dirigenza di Trigoria. Inviti a Baldini, Sabatini e al consigliere Baldissoni ad andarsene, cori a favore di Zeman. Striscioni e bandiere sono state esposti davanti all’ingresso del centro sportivo presidiato dalle forze dell’ordine. Tra gli striscioni esposti, da citare “As Roma libera!”, “Yankee go home”, “Fuori i laziali da Trigoria”, “Ostaggio di un comitato d’affari”, “Unicredit molla la nostra Roma” e infine “La nostra Roma non si U.S.A”.