(S. Carina) – Il rimedio è il più antico (e usato) al mondo. Le cose vanno male? Zeman e la dirigenza discutono tra di loro? Sabatini dichiara pubblicamente che si sta vagliando se esonerare l’allenatore e che quest’ultimo ha rapporti cancerogeni con qualche calciatore? Alla fine la colpa ricade sempre sui giornalisti. E così, ieri, la Roma ha provato a creare una sorta di cordone sanitario intorno al tecnico, reo di raccontare semplicemente la verità come sottolineerà più tardi in conferenza («Io non ho problemi nel raccontare la verità, ho problemi a raccontare le bugie e cerco di farlo il meno possibile»). L’Editto di Trigoria ricorda alla lontana quello ben più famoso di Fontainebleau del 1685, quando Luigi XIV revocò tutti i diritti che aveva concesso ai protestanti Enrico IV (con l’editto di Nantes nel 1598) in merito alla libertà di culto. In questo caso, nel fortino giallorosso ci si limita ad annullare la brillante idea avuta ad inizio anno di concedere una (breve) seconda conferenza stampa alla carta stampata e si limitano le domande una a testata giornalistica, due per le emittenti televisive nazionali (Sky, Mediaset e Rai) facendo partecipare le radio e le tv locali ad una sorta di riffa al termine della quale ne vengono sorteggiate due, replicando – a chi ha l’ardire di muovere qualche obiezione – che «anche a Milano e Torino funziona così». Detto che al Milan e all’Inter dopo le tv nazionali e la carta stampata, tocca alle tv locali (numerose come le radio a Roma) e ai siti internet ma non viene posta nessuna limitazione nel numero di domande da porre (idem ai giornalisti che seguono la Juventus), il tentativo di mettere il silenziatore a Zeman riesce in parte.
TUTTOSPORT Il boemo: “Zeman 2? Io sono sempre lo stesso”
MALINTESO I toni sono più certamente più soft rispetto alle ultime uscite ma dopo aver spiegato i motivi che hanno portato allo screzio con la società – «Penso che tutto sia successo da un disguido visto che il club ha ritenuto che mi volessi tirare indietro, ma ho spiegato che i motivi erano diversi e ci siamo capiti. Io anzi mi voglio tirare avanti, voglio restare alla Roma per altri 5 anni anche se è logico che me lo devo meritare» – il tecnico boemo ribadisce il concetto espresso nei giorni scorsi: «Non ho parlato coi giocatori di quello che è successo in questi giorni, anche perché le mie parole di sabato penso servissero per migliorare. Quello che chiedo è massimo impegno da parte di tutti, massima collaborazione. Se la nostra situazione non è delle migliori vuol dire che dobbiamo migliorare classifica, comportamenti e atteggiamenti. Se non siamo primi un motivo ci sarà…». Né più, né meno di quanto sempre affermato. In più rimanda al mittente l’espressione infelice utilizzata dal ds Sabatini riguardo a rapporti cancerogeni tra lui e qualche giocatore: «Non ci sono rapporti cancerogeni con nessuno, semmai c’erano in passato. Quando? Un po’ di anni fa. Dimissioni? Non ci penso proprio, ho detto prima che voglio stare 5 anni. Mi sento l’allenatore della Roma al 100%. Tra l’altro mi sento sempre lo stesso, ho motivazioni e voglia di andare avanti al meglio. Speriamo di riuscire a trascinare anche tutti gli altri».
QUESTIONE DI SCELTE Qualche indizio lo si avrà già stasera. A partire dalle scelte del tecnico: «Io sono stato sempre libero e lo sarò sempre, la società mi ha dato sempre la possibilità di fare delle scelte senza mai intromettersi. Non l’ha fatto prima, non vedo perché dovrebbe farlo ora». Recuperato De Rossi, dovrebbe però partire dalla panchina perché ancora non al meglio. In porta giocherà Goicoechea mentre a sinistra (Balzaretti out per 15 giorni) probabile debutto dal primo minuto di Torosidis (in pole rispetto a Dodò) che ha lasciato una buona impressione nei 20 minuti nei quali è stato impiegato a Bologna. In attacco con Destro out, Pjanic squalificato e Nico Lopez impegnato al Mondiale Sub 20, scelte obbligate: spazio al trio Totti-Osvaldo-Lamela.