(S. Carina) – Mentre il titolo impazza in Borsa (tra le diverse sospensioni al rialzo, ieri ha chiuso con un +9,7%: passato di mano il 2,1% del capitale) la tifoseria sogna in grande e la Consob attiva un monitoraggio sugli scambi del titolo della società giallorossa (si tratta, osservano dalla Commissione, di una prassi consueta), inizia a trapelare qualcosa in più sui protagonisti dell’accordo preliminare per l’ingresso «diretto o indiretto, nella compagine societaria che detiene la partecipazione di controllo di NEEP Roma Holding SpA» di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi.
LO SCEICCO Ieri il diretto interessato ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Adn Kronos: «Siamo ancora in una fase di trattativa. Perché la Roma? C’è un legame speciale. Mi piace moltissimo la squadra e la mia passione per il calcio e la Roma, mi hanno spinto a fare questo passo». Nato a Nablus, in Cisgiordania, appartiene secondo quanto appreso alla famiglia Reale Saudita e non giordana come circolato nelle ultime ore. Ha poco più di cinquanta anni, è sposato ed ha due figli, un maschio ed una femmina. Il suo business è concentrato nei mercati del petrolio e dell’energia,essendo proprietario di raffinerie e pozzi che avrebbe ereditato. Tuttavia allo stato attuale di lui si sa veramente poco se non che in Italia non ha mai investito e che le sue attività sono sparse tra il Medioriente e alcuni paesi africani.
OMONIMIA? Singolare come da 25 anni in provincia di Perugia, aCordigliano, minuscola frazione tra Montelaguardia e Ponte Pattoli, sia residente un Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi. Il signore in questione vive non in un palazzo da ‘Mille e una notte’, bensì in una modesta casa a due piani. Tradotto: appare inverosimile che possa essere lo sceicco eppure ieri si vociferava fosse proprio lui e che avrebbe ereditato le sue fortune appena un paio di anni fa. Tuttavia il fatto che il comunicato della Roma parli di un ingresso «diretto o indiretto», fa sì che Qaddumi possa celare un parente o un socio. quello che è certo è che aumenta il mistero. Che possa essere un intermediario?
L’INTERMEDIARIO La risposta sembra però essere negativa. Perché un mediatore in questa vicenda già c’è e si chiama Michele Padovano. L’ex attaccante della Juventus è stato immortalato insieme allo sceicco durante Roma-Juventus di sabato scorso. Senza voler entrare nelle vicende personali, non è la prima volta che Padovano prova a fare l’intermediario in una acquisizione di una società calcistica. Nel 2005-06, quando il Torino a causa della grave situazione economica nella quale versava non venne iscritto alla serie A e il suo titolo sportivo fu rilevato da un gruppo di professionisti cittadini (‘lodisti’) e dall’imprenditore ciociaro Luca Giovannone, l’ex bianconero venne chiamato a svolgere il ruolo di direttore sportivo. In realtà era soprattutto il braccio destro dell’imprenditore laziale che a fronte delle forti contestazioni dei tifosi cedette il suo pacchetto di maggioranza a Urbano Cairo. Il nome di Padovano viene riaccostato nel 2010 prima al Livorno e poi al Torino. Stavolta rappresenta la famiglia Tesoro (Savino e Antonio, padre e figlio) che dopo aver accarezzato l’idea di prendere il club toscano, dirotta le mire sui granata e si dice pronta ad aprire un dialogo diretto con Cairo. L’affare, però, non va in porto.
COSA FARA’ Ora se l’accordo preliminare si tramuterà in definitivo, l’ex calciatore della Juventus è convinto che nella Roma affiancherà Baldini e Sabatini nella costruzione della squadra. Possibilità che almeno per ora il club esclude categoricamente.