Dopo 5 risultati utili consecutivi arriva la sconfitta per la banda Andreazzoli, amara perchè giunta contro gli ultimi della classe ed il giorno prima di Pasqua. La Roma a Palermo sbaglia completamente partita, sia dal punto di vista psicologico che da quello tattico. I ragazzi scendono in campo con la convinzione di esser più forti dei siciliani, ma finiscono per snobbare l’impegno, o quanto meno prenderlo sottogamba, finendo travolti dalla voglia di rivalsa dei padroni di casa. Convinzione dettata anche dalle scelte di Andreazzoli, che schiera una squadra poco accorta e decisamente proiettata in avanti.
LE SCELTE INIZIALI. Già le sue parole nella conferenza pre-gara avevano fatto intuire che avrebbe voluto schiacciare gli avversari fin dall’inizio, schierando un undici offensivo e tecnico. In difesa è obbligata la scelta Piris per sostituire l’infortunato Marquinhos, sebbene il paraguaiano venga da una pessima prestazione internazionale; Tachtsidis viene confermato al fianco di De Rossi, nella speranza che possa donare geometrie alla manovra, mentre sugli esterni partono dal primo minuto Maarquinho e Lamela, con Torosidis relegato inizialmente alla panchina. In attacco Totti viene supportato da Florenzi e Perrotta, ambedue preferiti ad un Osvaldo sempre più corpo estraneo di questo gruppo.
LE NOTE DOLENTI. Piris, dopo una fase in cui ci aveva illuso di esser in ripresa, torna sui pessimi livelli di inizio campionato. Il paraguaiano è in costante difficoltà contro Miccoli, che si sistema regolarmente dalla sua parte, e Ilicic, quando decide di avvicinarsi al suo capitano. In occasione della prima rete palermitana si fa anticipare da Miccoli, al quale poi lascia spazio per il cambio di gioco che propizia la rete del numero 27; nell’azione del raddoppio, invece, prima si allarga troppo sulla fascia, lasciando spazio alle sue spalle, poi cerca di rimediare dando una mano a De Rossi su Ilicic, ma si fa fare un tunnel in area di rigore, fatto assolutamente disdicevole per un difensore centrale, che dovrebbe fare della marcatura a uomo il suo punto di forza.
A sua discolpa parziale, però, bisogna dire che Andreazzoli non fa nulla per proteggere i difensori centrali, anzi li abbandona. I due esterni sono troppo proiettati alla fase offensiva: Lamela, tra i due, cerca di ripiegare spesso in fase difensiva, mentre Marquinho non torna mai, lasciando l’incombenza spesso a Florenzi.
Appunto Marquinho è una delle tante note dolenti di questi 90 minuti pre-pasquali. Il brasiliano compie un netto passo indietro, facendosi notare per la gran confusione che crea e per i goal sbagliati. Parte esterno a sinistra di centrocampo, con il teorico compito di dover anche dare una mano alla difesa, ma non vi riesce mai. Per sua fortuna può contare sulla generosità di Florenzi, che spesso e volentieri copre le sue inefficaci sfuriate offensive. Sulla sua partita pesano tre nitide occasioni da rete malamente sprecate: clamoroso il liscio in area di rigore sul risultato di 1-0.
Tachtsidis continua ad essere il corpo estraneo e misterioso in questa squadra: il greco, lo scorso anno, era stato tra i migliori calciatori della serie B, con Florenzi e Verratti, mettendo in mostra delle qualità che ad oggi rimangono misteriose per i tifosi giallorossi. Contro il Parma, in quei 60 minuti, aveva compiuto un piccolo passo avanti, per poi compierne almeno due indietro al Barbera. In un tempo perde solo palloni, ha il solo merito di servire a Totti una gran palla per riaprire la partita, e nulla più.
DE ROSSI. 18 palloni recuperati, 66 passaggi riusciti (recordman ancora una volta), regista e mediano quando al suo fianco gioca il giovane greco, più impegnato nella fase difensiva con l’ingresso di Pjanic. C’è chi continua a criticarlo, non leggendo evidentemente il suo apporto alla causa romanista. Forse le sue prestazioni saranno inferiori qualitativamente rispetto a certe prove azzurre, ma vien da dire che anche il miglior Xavi avrebbe difficoltà nell’esprimersi al meglio vicino a Tachtsidis.
OSVALDO. Più impegnato nel rilasciar dichiarazioni imbarazzanti che nel giuoco del pallone in queste settimane. Entra nel secondo tempo e si fa notare solamente per un fallo di reazione, che gli costa ammonizione e squalifica in ottica derby. Poi nulla più.
LAMELA. La posizione dell’argentino è uno dei grandi dilemmi di Andreazzoli fin da Sampdoria-Roma. Secondo il tecnico può ricoprire più ruoli, anche quello di esterno; i fatti dicono che con una difesa a tre lui l’esterno lo fa a gran fatica, dedicando troppa attenzione alla fase difensiva e penalizzando quella offensiva. Il meglio lo mostra quando parte dal centro-destra e brucia gli avversari in progressione, ma da esterno puro, sulla fascia destra, non riesce nemmeno a mostrare le sue qualità tecniche. Giocatori come lui dovrebbero esser messi in considerazione di giocare liberi da schemi.
IL PALERMO. Con il ritorno in panchina di Sannino già a San Siro i rosanero avevano mostrato passi avanti. Con la Roma si giocavano l’ultima possibilità per restar in corsa salvezza, e l’hanno colta al volo. I siciliani sono stati bravi nel giocare sui punti deboli giallorossi, soprattutto cercando di allargare i difensori centrali, e sfruttando la superiorità numerica sulle fasce.
A cura di Luca Fatiga