La normalità è un presente di entusiasmo: «La gente mi ringrazia. Ma è un atteggiamento sbagliato. Sono io che devo ringraziare la gente per la simpatia che mi viene dimostrata giorno dopo giorno. Vorrei che questa simpatia contagiasse la squadra» . Aurelio Andreazzoli stringe mani, dispensa sorrisi, spiega anche la sua visione del calcio e della vita. Ospite della serata inaugurale del Roma Club Tevere Remo, «il più antico circolo canottieri della città»come i soci sbandierano orgogliosamente, si presta con disponibilità a rispondere alle domande dei tifosi, si informa sulla qualità.
Del doman non v’è certezza, diceva qualcuno nato nella sua Toscana molti anni prima di lui. «Ho già chiarito che del futuro non avrei più parlato. (…)Posso solo dire che in questo momento il mio pensiero è rivolto alla partita di Palermo, che è importante per il campionato e per la classifica. Credetemi, nemmeno penso al derby che viene dopo. Bisogna andare passo dopo passo per crescere. Di sicuro proveremo a fare il massimo da qui alla fine del campionato. Poi si vedrà: il mio futuro comunque è roseo. Ho tre anni di contratto, è risaputo…».
Andreazzoli è ottimista sul recupero di Pjanic: «Credo che Miralem possa essere della partita» . Osvaldo invece dovrebbe rimanere in panchina: «Non saprei. Dipenderà dalle necessità che abbiamo e dal tipo di partita che intendiamo giocare a Palermo. Daniel si è allenato con i compagni e sta benissimo» . Non quanto Totti, di cui si continua a fantasticare sul ritorno in Nazionale: «Prandelli si è già espresso, sarà lui a decidere. Ma è una cosa che eventualmente si verificherebbe tra un anno e mezzo, quindi è tutto prematuro. Le situazioni possono cambiare, anche se io spero di no. Anzi, io credo che Francesco possa migliorare ulteriormente» .
Fonte: Corriere Dello Sport