“Sinceramente io mi confermerei”. In tempo di consultazioni, Aurelio Andreazzoli si candida al ruolo di ‘premier’ della Roma. Il suo governo tecnico, chiamato a tappare le falle della precedente gestione affidata all’esonerato Zdenek Zeman, sta dando i frutti sperati dalle parti di Trigoria e così l’allenatore di Massa non nasconde di ambire a un cambio di nomina: da traghettatore temporaneo a titolare di ruolo della panchina giallorossa.
“Penso che il lavoro fatto finora è buono, e se mi chiedessero un consiglio farei il nome di Andreazzoli anche per il prossimo anno – ammette alla vigilia della trasferta in casa dell’Udinese – Voi ridete, ma io sto parlando seriamente“. Il ragionamento di Andreazzoli è ponderato sulla base dei risultati finora centrati sul campo e fuori. In poco più di un mese ha rilanciato le quotazioni della Roma in campionato, recuperato giocatori (Stekelenburg e De Rossi su tutti), rivitalizzato l’ambiente. “La vittoria è la panacea di tutte le situazioni e di tutte le malattie – sottolinea facendo riferimento ai tre successi consecutivi colti contro Juventus, Atalanta e Genoa – C’è molto entusiasmo e l’aria che si respira fuori si respira anche dentro lo spogliatoio”.
“Credo di non aver fatto nulla di particolare se non esprimere chiaramente quella che è la mia idea di calcio – prosegue Andreazzoli – Se vogliamo indicare qualcosa di preciso, credo di essere stato bravo a creare sinergie all’interno di Trigoria, sia nello spogliatoio che all’interno della società, e anche all’esterno. Tutto funziona come io lo avevo nella testa“. Eppure, non sarebbe un problema fare nuovamente un passo indietro se la società dovesse decidere di puntare su un altro.
“Io credo molto in me stesso, nelle mie capacità, e non ho dubbi sul lavoro che è stato fatto e che si farà – spiega Andreazzoli – ma questa mia sicurezza nello svolgere un lavoro a lungo termine non cancella il fatto che sono un dipendente della società per altri tre anni e in questo lasso di tempo svolgerò il compito che la società mi chiederà di svolgere con molta tranquillità e serenità”.
“Io non ho alcun tipo di preoccupazione, sono pronto a qualsiasi soluzione, assolutamente senza fastidi, ma con gioia – aggiunge – Se poi la Roma dovesse puntare su uno come Allegri o Mancini, due nomi che caldeggerei se mi venisse chiesta un’opinione, mi metterei a disposizione del nuovo allenatore come ho fatto con Montella, Luis Enrique e Zeman”. Maggiore forza all’autocandidatura di Andreazzoli potrebbe poi scaturire da un risultato positivo in Friuli, dove la Roma giocherà senza poter contare su Marquinhos, Pjanic, Destro (infortunati) e Bradley (squalificato).
“Ma noi abbiamo un gruppo che può esprimere, quando è al completo, due squadre che possono giocare in Serie A. Farei a meno delle assenze, ma non vedo perchè non possiamo mettere in campo la stessa qualità – fa notare il tecnico prima di soffermarsi sulle insidie dell’incontro – L’Udinese è una squadra difficilissima da affrontare, sotto l’aspetto tattico non ti dà punti di riferimento, e poi ha un fenomeno come Di Natale che sa fare tutto come dimostrano i numeri. È una partita delicatissima. Sappiamo quali sono le difficoltà ed i pericoli. Presumiamo di poterli contrastare prendendo vantaggio, ma un conto è dire, un conto è fare”.
Fonte: Ansa