Se riuscirà a riportare anche Osvaldo e De Rossi ai livelli di rendimento consueti, Andreazzoli avrà vinto una sfida che può essere la condizione necessaria della soddisfazione del risultato: in un mese e mezzo di lavoro, ha restituito fiducia e importanza a molti giocatori che si erano afflosciati, sia da un punto di vista tecnico che economico, nel periodo di Zeman.
Il primo è Stekelenburg. Da portiere della nazionale olandese – rientra oggi, a proposito, contro l’Estonia – era diventato la riserva dello sconosciuto Goicoechea. Anche per sue colpe, chiaramente. Ma da quando Andreazzoli gli ha fatto dimenticare l’inutile viaggio a/r su Londra nell’ultimo giorno del mercato, Steke è un altro uomo: felice, partecipe, rassicurante. Alla fine della partita contro il Genoa, la sua migliore in un anno e mezzo di Roma, Sabatini lo ha incoronato con una frase significativa: «Da oggi diventi davvero il nostro portiere». E magari rimarrà a Trigoria anche nella prossima stagione, con tanti saluti al Fulham.
Stessa storia in difesa. Nicolas Burdisso non era più sicuro del posto da titolare, doveva conquistarselo volta per volta sperando anche nelle squalifiche altrui, ma con la difesa a tre introdotta da Andreazzoli è stato il difensore più sfruttato: sei partite su sei, dall’inizio alla fine. Da centrale protetto, con Marquinhos e Castan come scudiero, ha fatto un figurone domenica scorsa contro il Parma, custodendo la vittoria della Roma con un intervento in scivolata su Parolo sull’1-0.
Fonte: Corriere DEllo Sport