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AS ROMA Bradley: “I giallorossi la mia scelta migliore”

Lamela e Bradley

All’inizio dello scorso anno il CT della Nazionale USA Jurgen Klinsmann aveva spronato i suoi uommini spingendoli alla ricerca di nuove sfide come giocatori. E da allora, probabilmente nessun altro giocatore ha raccolto meglio quel consiglio che Michael Bradley, centrocampista della AS Roma.

Nonostante sia rimasto in Serie A, il 25enne americano la scorsa estate è cresciuto di livello lasciando il Chievo per infilarsi nel calore estremo del calcio romano, e in questi primi messi ha confermato a Klinsmann che il messaggio è arrivato.

“Klinsmann ci spinge a giocare ai livelli più alti”, racconta mercoledì Bradley al telefono dal centro sportivo della Roma con Greg Seltzer di MLSsoccer.com. “Senza spinta e determinazione e difficle per chiunque diventare un vero calciatore”.

Ma anche qualora non fosse già stato un “giocatore vero” prima di arrivare a Roma, ora lo ha sicuramente dimostrato. Nel mezzo di un centrocampo pieno di ottimi giocatori, Bradley è sceso in campo dal primo minuto in 18 delle 21 partite giocate, qualche volta togliendo persino il posto all’eroe locale Daniele De Rossi.

Non è solo questione di quantità con Bradley. L’americano ha infatti messo in mostra anche alcuni lampi per la squadra col miglior attacco della Serie A. la Roma è un società dalle grandi aspirazioni e con molti talenti promettenti in campo. “Diciamo di essere una squadra in grado di giocare per la Champions League, per il campionato”, dice. Ma la Roma è anche un team dall’ambiente bollente, con tifosi rumorosi e affamati d accontentare. Se Klinsmann avesse redatto una check list di cosa voleva dire con “un livello più alto”, sicuramente Bradley avrebbe potuto mettere un check su ogni punto della lista.

“La Roma è uno dei più grandi club del mondo in una delle più grandi città del mondo”, dice. “C’è pressione dall’esterno e dall’interno. C’è la volontà, la voglia e il desiderio di avere un team di successp. Ogni volta che scendiamo in campo ci si aspetta la vittoria”.

Di certo Bradley conosce perfettamente cosa voglia dire crescere continuamente. Non è uno che si siede sugli allori, anche se ancora sembra parlare come un teenager, lo stesso modo in cui parlava quando arrivò all’Heerenveen, in Olanda, dalla MLS per iniziare a provare alla gente di essere un giocatore vero.

“Il tempo per stare lì fermo ad autoincensarsi non c’è. Devi sempre migliorarti, cercare di salire un altro gradino della scala, e per questo la scelta di venire a Roma è stata ottima da tutti i punti di vista”, dichiara. “Ma non è tutto qui. Ogni giorno cerco ancora di milgiorare sempre più”.

Se la squadra rispetterà le attese connesse al suo potenziale, Bradley potrebbe ritrovarsi in Europa League dopo 5 anni, da quando ci ha giocato per l’ultima volta con l’Heerenveen.

La Roma è attualmente a 4 punti dall’ultimo posto disponbile per l’Europa League, e a 5 dalla Champions, e il prossimo mese dovrà giocare il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l’Inter.

Nonostante gioco e rendimento siano nettamente migliorati rispetto alla scorsa stagione, i tifosi della Roma lamentano che comunque la squadra è posizionata più o meno dove era nel 2011/12. Bradley & Co. sono reduci da tre vittorie consecutive, un trend che lui spera possa indirizzare il team verso un risultato migliore a fine stagione.

“Abbiamo avuto troppi up and down”, dice Bradley. “Ma adesso entriamo nel momento più importante della stagione, e ci vogliamo sentire come la squadra con l’obiettivo di andare avanti il più possibile. C’è molta fiducia nella qualità del team. Parte del processo di crescita è fare in modo che quella qualità si trasformi in punti in classifica e maggiore continuità”.

Lo stesso si può dire per la Nazionale USA, anch’essa alla ricerca di nuovi traguardi. Come facile prevedersi, Bradley non è troppo preoccupato per la sconfitta subita nel primo match delle qualificazioni mondiali CONCACAF. Ma senza bisogno di dirlo, Bradley vuole mettere punti in cantiere nelle prossime partite contro Costarica e Messico che si giocheranno a marzo.

“Siamo onesti. Possiamo parlare di cosa non ha funzionato nella prima partita contro Honduras, ma sono le due prossime partite ad essere essenziali. Affrontiamo le due migliori Nazionali della confederazione. Il tempo per le chiacchiere è finito. Adesso è tmpo di scendere in campo e fare il nostro lavoro”.

Se serve per tranquillizzare gli osservatori della Nazionale, Bradley è fiducioso nella capacità del gruppo guidato da Klinsmann di mettere la barra a dritta.

“Ci sono molti ragazzi ne nostro gruppo che hanno giocato in momenti difficili in partite importanti, che sanno cosa vuol dire qualndo la posta in gioco è alta. L’ho già detto dopo la partita con l’Honduras. L’Hexagonal [il torneo di qualificazione Concacaf] non è mai facile, e le cose non vanno mai come vorresti. Certo non ci lasceremo buttare fuori. Faremo tutto ciò che serve per fare in modo di essere ai Mondiali al termine delle 10 partite di qualificazione”.

Fonte: Socceritalia.info

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