“Il segreto di Totti? Il divertimento in ciò che fa. L’amore per il calcio è la base dei successi e della longevità sportiva di Francesco. E poi la sua serenità e la sua semplicità nell’affrontare la vita, sportiva e non“. E’ quanto afferma Mario Brozzi, ex medico sportivo della Roma calcio, che commenta così i 20 anni dall’esordio in serie A del capitano della Roma. Il fuoriclasse giallorosso ha infatti esordito a soli 16 anni il 28 marzo del 1993 a Brescia.
”Il segreto della longevità di Francesco è il suo amore per il pallone, la gioia nello scendere in campo. Una volta mi ricordo che nel corso di una partita di campionato a Milano riportò uno stiramento nei primi 45 minuti di partita. Ebbene, non uscì dal campo, mi confidò la cosa solo a fine gara. Io gli chiesi allora perchè non mi aveva avvisato del problema. Lui mi rispose: ‘Non volevo uscire. Mi stavo divertendo troppo’”. Oltre ad amare la sua professione, Totti deve molto della sua carriera al suo equilibrio: “Francesco – sottolinea Brozzi all’Adnkronos Salute – affronta tutto con serenità. Non l’ho mai visto comportarsi male, anche quando era nervoso“.
Brozzi ricorda quindi un aneddoto. “Una volta, prima di Real Madrid-Roma, nello spogliatoio del Bernabeu, ricordo che si respirava una grande tensione. Era una partita importante, di Champions League. Ebbene tra tante facce tirate c’era Totti in mutande e a torso nudo che scrutava sornione lo stadio. Quando mister Capello lo invitò ad affrettarsi lui gli rispose: “Calmo, tanto se non entro io qui non inizia nulla. La Roma vinse, e lui siglò la vittoria con un gran gol”.
Brozzi, che ha vissuto da vicino gran parte della lunga carriera di Totti, dagli esordi al 2009, ha condiviso con il capitano giallorosso anche i momenti più difficili. Uno di questi, certamente il grave infortunio subito da Totti il 19 febbraio 2006, quattro mesi prima dei Mondiali in Germania. Durante Roma-Empoli, a seguito di un tackle del difensore Richard Vanigli, il numero 10 riporto’ la frattura del perone sinistro con interessamento dei legamenti della caviglia. ”Si è trattato di un triplice infortunio. Una brutta botta. Lui però fin dai primi momenti, pur conscio della gravità dell’incidente, si è mostrato subito tranquillo. Si fidava ciecamente dell’equipe medica. Ha seguito sempre tutti i nostri consigli, senza mai fare di testa sua. Mi ricordo che mentre l’ambulanza lo portava in clinica gli domandai: Sei preoccupato? ‘No, io sto tranquillo con voi’, mi rispose”. “Anche nella fase post-operatoria, quella più dura, della riabilitazione e del recupero, Francesco è sempre stato disponibile. Si fidava del medico, del fisioterapista e del suo preparatore fisico. Così si spiega il suo recupero lampo. Non dimentichiamo – conclude – che qualche mese dopo quell’infortunio Francesco partecipò ai Mondiali da protagonista e alzò al cielo la Coppa del mondo”.
Fonte: adnkronos