Zero polemiche per gli arbitraggi, anche di fronte ad errori marchiani porgere l’altra guancia. Questa è la linea della Roma sin dalla scorsa stagione sulle decisioni a favore o sfavore che gli arbitri hanno preso durante le sue partite. Anche se quest’anno fino a che c’è stato Zdenek Zeman in panchina, qualche alzata di voce da parte del boemo c’era stata. Con l’arrivo di Andreazzoli però tutto è tornato come era con Luis Enrique, degli arbitri non si parla, punto e basta.
L’elenco degli errori commessi da Guida e soci comincia però ad essere lungo e preoccupante: ad Udine, Torosidis è stato ammonito per simulazione per un colpo netto ricevuto in area di rigore. Sarebbe stato un tiro dal dischetto a pochi minuti dal termine sull’1-1, chi lo avrebbe tirato tra Osvaldo, De Rossi e gli altri poi sarebbe stato un rebus tutto da scoprire. Ma i torti subiti dai giallorossi non finiscono qui: se è vero che col Genoa il rigore su De Rossi è stato un po’ generoso (anche se il contatto tra la gamba del centrocampista e il ginocchio di Bovo è evidente), i giallorossi sono stati più volte penalizzati sinora e all’appello mancano ben nove punti che ad oggi avrebbero permesso alla Roma di essere seconda al pari del Napoli. Un piazzamento forse immeritato per la stagione di Totti e compagni, che però qualcosa in più avrebbero meritato di raccogliere. Dal gol annullato a Lamela sullo 0-0 di Samp-Roma ai due gol viziati da fuorigioco nella prima giornata col Catania, passando per la rete di Pellissier decisiva in Chievo-Roma e l’inesistente rigore dato all’Udinese nella gara di andata persa 3-2. Senza contare il diluvio sotto il quale la Roma ha dovuto giocare a Parma, dove poi il terzo gol gialloblu è viziato da un fuorigioco di Biabiany.
La Roma non alzerà la voce e porgerà l’altra guancia, però gli errori cominciano ad essere tanti e nella serrata volata per il piazzamento in Europa League o in Champions c’è chi giornata dopo giornata sale grazie ai rigori non fischiati contro…
Fonte: Corriere dello Sport