Un derby particolare quello di Giorgio Perinetti, romanissimo di nascita (al liceo aveva per compagni di classe Carlo Verdone e Christian De Sica) ma poi innamoratosi di Palermo grazie alla moglie Daniela e alla fine conquistato dai colori rosanero non solo per professione ma per convinzione. « Roma è affetto materno –racconta Perinetti alla vigilia della gara coi giallorossi – la città ma anche la società calcistica che mi ha fatto nascere e crescere, scalando tutti i gradini dai più bassi fino all’emozione di essere ds della squadra della mia città. Avevo quel ruolo nell’anno in cui la Roma di Eriksson giunse seconda (1985/86 ndc.) , perdendo lo scudetto per un’incredibile sconfitta in casa col Lecce già retrocesso »
« La generosità delle tifoserie accomuna certamente Palermo e Roma. Entrambe sono passionali verso la squadra, attaccatissime al di là dei risultati. Un altro punto di contatto è il fatto di sentirsi… capitali e dunque pretendere sempre molto. Sono club che non possono accontentarsi di quanto hanno ma devono mirare sempre più in alto. Simboli? Beh, domani noi ne affrontiamo uno sul campo. La Roma è Totti, 20 anni di calcio, campione straordinario sotto ogni punto di vista. Nel Palermo più che scegliere un nome che fa da filo conduttore, parlerei di attaccamento alla maglia.»
Fonte: Corriere Dello Sport