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AS ROMA Roma, Osvaldo ora è un caso. Mercato aperto

Osvaldo
(Gazzetta.it – F. Oddi) La sua fortuna è stata che tutto quello che è successo contro il Genoa, da Totti che riprende Nordahl alla favola del gol alla prima da titolare del 18enne Romagnoli, ha fatto passare in secondo piano il suo malumore, e l’impegno che ci mette nel palesarlo.

40 GIORNI SENZA GOL — Ma Pablo Daniel Osvaldo ultimamente non ne sta imbroccando una, e non solo perché non segna dal 3-3 di Bologna, quaranta giorni fa, ma sembra una vita: Andreazzoli per il grande pubblico era un signor nessuno, Stekelenburg il dodicesimo più pagato della serie A, e si parlava più di Zeman che di Beppe Grillo.

SCENATA — Domenica sera, a nove dalla fine, Andreazzoli lo ha richiamato in panchina, temendo che il Genoa, dopo il tiro al bersaglio su Stekelenburg, potesse trovare il pareggio, e Osvaldo è scappato negli spogliatoi, quando il regolamento interno prevede che il giocatore sostituito vada a sedersi in panchina. E quando il vice allenatore Roberto Muzzi è andato a parlargli, mentre stava per imboccare la via degli spogliatoi, il centravanti non ha mostrato di apprezzare il gesto. Il tutto al termine di una partita da cinque in pagella (voto Gazzetta). Il fatto che il suo non sia stato un cambio per sfiducia ma un cambio tattico, centrocampista per attaccante, e che il giocatore entrato al suo posto, Simone Perrotta, abbia chiuso la partita col gol del 3-1, rende ancor più fuori luogo la sua scenata.

ESPULSIONI E QUEL RIGORE — Ieri la Roma non si è allenata, stamattina neanche, l’allenamento è stato fissato per il pomeriggio, come il chiarimento con il centravanti: da quanto è trapelato la società sarebbe orientata a non intromettersi, lasciando gestire la cosa ad Andreazzoli per non dare troppo risalto all’accaduto. Ma Osvaldo resta un problema aperto: rendimento buono, mezzi da campione, qualche gol da fuoriclasse, specialmente in acrobazia, ma troppe intemperanze: dalla lite con Lamela nella scorsa stagione, che gli costò l’esclusione disciplinare, alle troppe espulsioni, alcune delle quali in gare tranquille e con il risultato già acquisito (come la gomitata in Coppa Italia con l’Atalanta, con la Roma già sul 3-0, costata tre giornate di squalifica). Con una serie di brutte figure, come il rigore tolto a Totti con la Sampdoria con la speranza di mostrare la maglietta dedicata alla nuova fidanzata, quella con cui ha passato il capodanno in Argentina, mentre la squadra era in ritiro in Florida. Quella che ha già coalizzato contro di lui le sue ex su Twitter, quando pensò bene di pubblicare una romantica foto con birra e bionda a Praga. Con i compagni il rapporto è buono, in particolare con De Rossi, con i dirigenti meno: a 27 anni Osvaldo ha già cambiato sei squadre, spesso lasciandosi male, e la sua presenza nell’organico della Roma 2013-14 è tutt’altro che scontata.

MERCATO E DUBBI — Nell’agosto del 2011 per averlo la Roma ha versato all’Espanyol 15 milioni di euro, garantendo una lunga serie di bonus: 750.000 euro già maturati, se arrivasse la Champions League scatterebbe un altro milione. Un anno dopo è stato preso Mattia Destro, che per costo del cartellino, potenziale ed età è difficile da immaginare come semplice alternativa a Osvaldo: fosse arrivata un’offerta di quelle vere, l’argentino sarebbe partito già ad agosto. Ora che Destro è infortunato, il problema del dualismo al centro dell’attacco è passato in secondo piano, ma si riproporrà presto, e con forza nella prossima stagione. I rapporti con la tifoseria sono ai minimi storici, tra fischi in campo e contestazioni a Trigoria. La Roma lo cederebbe volentieri, ma nel calcio le voci circolano: nonostante l’ottima media, 11 gol in 21 partite, difficilmente arriverà un’offerta importante per un giocatore considerato difficile da gestire. E la Roma dovrà valutare se continuare a farlo, o cederlo, mettendo però in conto di rimetterci più di qualcosa.

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