Diciotto anni compiuti il 12 gennaio scorso. E’ nato a Nettuno, da dove arrivava un certo Bruno Conti. Nel secondo tempo, dopo tredici minuti, è saltato in area del Genoa, scegliendo benissimo il tempo sull’angolo di Totti: Alessio Romagnoli, alla sua seconda presenza in A, ha trovato il gol del quale si ricorderà per tutta la vita. Lo stadio è esploso, perché la Roma era ferma sul pari, la panchina giallorossa è scattata ed è volata intorno a “Roma”, i buffetti in testa e le pacche si sono sprecate. Bellissimi i sorrisi e gli abbracci di Totti e De Rossi. Romagnoli ha rispettato la previsione di Andreazzoli: «Giocherà da serie A». Non solo attento in difesa, però, perché il centrale mancino, in campo per la contemporanea assenza di Castan e Marquinhos, ci ha messo un gol bello e importante. Su di lui a inizio stagione hanno puntato senza dubbi il ds Sabatini e l’ex tecnico Zeman. «Una serata unica, faccio ancora fatica a realizzare – racconta Romagnoli a fine partita – la dedica è per i miei genitori, per mio padre. I compagni mi hanno chiesto di portare doppia pizza martedì agli allenamenti. Quando sono nato Totti aveva già segnato due gol? Non lo sapevo, ero piccolo… Lui è unico, me l’ha messa sulla testa, è troppo facile segnare con lui. Mi ha detto di stare tranquillo e giocare come so. Lui è un mito, per me e per i ragazzi della mia età e per tutti i romanisti. Lo resterà sempre e poi come persona è fantastico. Sognavo una serata così, ora andrò a festeggiare a Nettuno».
Fonte: Corriere Dello Sport