(L. Valdiserri) – Cosa temere di più? Il Palermo all’ultima spiaggia e la legge dei grandi numeri, visto che i rosanero non vincono dal 24 novembre 2012, 3-1 nel derby contro il Catania? L’umore sotto i tacchi di Osvaldo, che negli ultimi giorni è stato sottoposto a una «terapia» da parte di Andreazzoli e dei dirigenti, visto che l’attaccante soffre il gol che gli manca e ancor di più l’ostilità ormai conclamata di molti tifosi? O la storia che dice che la Roma, spesso, è caduta quando sembrava che il cammino fosse in discesa?
Aurelio Andreazzoli mette al primo posto la necessità della concentrazione. «Tutte le squadre con molti nazionali, come la nostra, hanno delle difficoltà in questi frangenti perché hanno dovuto interrompere i ritmi ideali. Ma siamo abituati e lo sopportiamo. Osvaldo ha lavorato benissimo durante la settimana, come i suoi compagni, non vedo perché non debba esser pronto. Il risultato, però, conta sempre più degli interpreti. Osvaldo è fortissimo, non forte, ce lo ha dimostrato per esempio nella partita con la Juventus. Come per tutti, nessuno escluso, ci possono essere momenti in cui non ci si riesce ad esprimere, per svariati motivi. Un momento del genere va considerato anche fisiologico. Pjanic? Da quando è tornato dalla Nazionale siamo andati con cautela per preservarlo. Ha partecipato a tutto, ma in maniera ridotta. Destro? Aveva paura che non lo portassi e mi ha chiesto espressamente di partecipare. Quindi vuol dire che con la voglia di fare gruppo siamo a buon punto. Poteva restare a Trigoria ad allenarsi, ma gradisce venire con noi e per me è un piacere accontentarlo. De Rossi va meglio in Nazionale che nella Roma? Non sono d’accordo. Dalla Nazionale, semmai, ho avuto la conferma di un suo progresso decisivo, sia sotto l’aspetto fisico che qualitativo. Sull’aspetto tattico è sempre stato eccezionale. Mi sembra che siamo troppo critici con un giocatore che, per me, sta facendo molto bene ».
Parola d’ordine: non pensare al derby. Né per i diffidati né per la concentrazione da mettere in campo. «Temo la qualità del Palermo, nessuno a inizio stagione avrebbe preventivato questa loro posizione in classifica. Nella mia esperienza a livello sportivo spesso mi sono ritrovato all’ultima spiaggia. E quando è così, gli sforzi si moltiplicano. Un po’ come quando noi abbiamo affrontato la Juventus, anche noi eravamo disperati. Ecco, se riusciremo ad affrontare il Palermo come se fosse la prima in classifica, allora possiamo portare a casa i tre punti». L’unica concessione alla stracittadina, Andreazzoli la fa per l’eventuale conferenza stampa congiunta con Petkovic: «Avrei piacere di farla, così lo conoscerei meglio. Mi piace molto per come si pone, per l’educazione che dispensa in ogni situazione. E poi può essere interessante anche per gli altri punti di vista. Se serve a stemperare gli animi, ben venga”. Dopo il fallimento dell’Harlem Shake, chissà.