(G. Piacentini) – Con 12 gol (11 in campionato e uno in Coppa Italia) è il capocannoniere stagionale della Roma. Eppure i tifosi della giallorossi non vedono Pablo Daniel Osvaldo esultare all’Olimpico da oltre due mesi.L’ultima volta fu contro il Milan, il 22 dicembre scorso, quando sembrava che la Roma zemaniana avesse superato i problemi di inizio stagione e fosse pronta per le posizioni di vertice. La storia è andata poi diversamente, anche perché dopo quel giorno per il centravanti italo-argentino si è spenta la luce. Nel 2013 ha infatti realizzato solo 2 reti—la prima, inutile, a Napoli, e la seconda (quella del momentaneo 1-2) a Bologna—che hanno portato alla Roma un solo punto in classifica, ma soprattutto ha avuto un calo di forma evidente e ha fatto parlare di sé più per le polemiche—la mancata partecipazione alla tournée americana a causa di un’influenza e il rigore strappato a Totti contro la Sampdoria —che per le sue prodezze in campo. Andreazzoli punta su di lui ad occhi chiusi («Se sta bene, per me gioca sempre» ha detto prima della gara contro la Juve) e nelle ultime settimane ha lavorato tanto per recuperalo, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Contro i bianconeri e l’Atalanta, Osvaldo è stato protagonista ma per un centravanti vincere senza segnare equivale a una gioia a metà.Domenica avrà la possibilità di rimediare contro il Genoa (arbitra Gervasoni), una squadra a cui già all’andata realizzò una doppietta nel 4-2 con cui la Roma espugnò Marassi. Al suo fianco ci saranno Francesco Totti— al rientro dopo la squalifica e a un gol da Nordahl al secondo posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi della serie A —ed Erik Lamela. Gli unici dubbi di Andreazzoli dovrebbero riguardare gli esterni di centrocampo: nell’allenamento di ieri il tecnico ha provato Florenzi e Dodò ma sembra difficile che decida di rinunciare a Torosidis (autore del gol vittoria a Bergamo) sulla fascia destra, mentre a sinistra c’è già l’imbarazzo della scelta tra Marquinho e Balzaretti.